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Gli indicatori del livello di globalizzazione in Usa



IL COMMERCIO ESTERO, I TRASPORTI AEREI E LE SPEDIZIONI. Ci si potrebbe aspettare che il peso e il valore delle merci coinvolte nel commercio internazionale siano importanti indicatori del livello di globalizzazione ma analizzando i dati incontriamo numerose anomalie. Ad esempio se è ovvio che Chicago abbia un quantitativo doganale estremamente inferiore a LA e NY, entrambe sono superata da Houston e New Orleans. Inoltre NY ha molta più attività di import rispetto a quella di export mentre a LA e zone adiacenti il rapporto è più equilibrato.

FLUSSI DI INVESTIMENTO. Un altro importante indicatore è la permeabilità delle economie locali agli investimenti provenienti dall'estero. Chiaramente essi non sono una novità per l'economia degli USA ma negli anni '80 tali flussi assunsero una nuova dimensione poiché gli investimenti esteri non solo decuplicarono ma furono principalmente orientati verso le nostre tre regioni urbanizzate (NY, LA, CH e stati del New Jersey, California ed Illinois).

I BENI IMMOBILI E IL CONTROLLO ESERCITATO ATTRAVERSO LA GRANDI IMPRESE. Gran parte delle infrastrutture commerciali e degli uffici nelle zone centrali cittadine furono finanziate da investitori stranieri. Compagnie ed industrie transoceaniche dell'Olanda, Giappone, Taiwan, Hong Kong, Medio Oriente, acquistarono e costruirono in USA grandi banche.
A che pro? Per spendere i finanziamenti in eccedenza per l'acquisto di proprietà con nomi eccellenti, aprendo così centri direzionali di ditte transoceaniche nelle tre città. Naturalmente tali imprese facevano affidamento sulle strutture commerciali e sui servizi legali che rimanevano raggruppati presso le tre grandi città, incrementando la concentrazione dei giri d'affari americani nelle medesime regioni.

CONCENTRAZIONE DEI PRODUTTORI E DEI SERVIZI NEI CENTRI CITTADINI. Non è stata messa in discussione la dominanza dei centri metropolitani e delle loro funzioni direzionali anche dopo i processi di suburbanizzazione e decentramento.

PRESENZA DI MERCATI INTERNAZIONALI. Sassen afferma che un altro discrimine utile per distinguere le città globali dalle altre mega città è la presenza di investimenti, merci e mercati finanziari internazionali. LA è l'unica delle tre a non eccellere nello scambio internazionale; NY è ovviamente leader, anche nella valutazione di prodotti mondiali (zucchero, petrolio e oro); CH contiene ancora spazi e prodotti agricoli che risultano però ancora trascurati nelle argomentazioni globali.

IMPORTANZA DELLE POPOLAZIONI REGIONALI NEI PANORAMI GLOBALI. Grandi estensioni, alte densità e diversità etnico – demografica hanno sempre definito la qualità delle città, poiché le attività trans culturali ed economiche nella maggior parte dei casi contraddistinguono e caratterizzano lo spazio a livello locale. I tassi di accrescimento sono un discrimine importante tra queste tre città: CH vede un generale spopolamento, mentre NY e LA sono sempre state oggetto di immigrazioni.

CRESCITA URBANA E DIVERSITÀ: LE PROBLEMATICHE DELL'IMMIGRAZIONE. Ci si potrebbe chiedere quanto significativo sia stato l'impatto del recente flusso di immigrazione. Secondo i dati del CMSA al 1990 il 27% della popolazione di LA è nata al di fuori dei confini nazionali, e che il 20% della popolazione di NY è straniera, mentre CH si mantiene a distanza, anche a causa della trascurabile necessità di forza lavoro. Ma il CMSA non è l'istituzione più adeguata nel catturare l'impatto dell'immigrazione straniera e va tenuto conto di altri dati, quali reddito e istruzione. Si vedrebbe allora come gli immigrati più ricchi e istruiti abbiano preso dimora nelle zone periferiche e sub periferiche, mentre quelli meno fortunati o istruiti abbiano preferito il centro urbano.

Tratto da GEOGRAFIA DELLE CITTÀ GLOBALI di Gherardo Fabretti
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