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Wahrol


Non è entusiasta della cultura di massa. Il suo versante è quello dell’obsolescenza: dissolvimento della notizia nella psicologia di massa. Studiano come quelle immagini-notizie vengano digerite nell’inconscio e si trasformino in slogans visivi.
Si serve di procedimenti di origine espressionista per individuare gli aspetti traumatici delle sue immagini.
Medesima immagine vedute molte volte --> si vede senza osservarla. Tutti sono testimoni, nessuno è giudice. Il giudizio stabilisce il valore, il valore ferma il consumo. Consumo psicologico dell’immagine-notizia. Tutto è passato. L’immagine è un valore estetico. La ricerca del valore è in antitesi alla legge del consumo.
Rifiuto dell’artista di fare l’artista = arte povera. Il fatto estetico è soltanto un evento : spostamento verso l’area dello spettacolo, la cui scena è la realtà quotidiana. Il nesso con il teatro della crudeltà di Artaud è evidente in Pistoletto: si serve molto spesso dello specchio in cui è lo spettatore-attore lo stesso artista.  Pascali: lo spettacolo è improvvisato; fabbrica oggetti contro l’ordine della fabbrica.
Non si vuole dichiarare estetico un evento, in quanto significa riconoscere che questo realizza un’intenzionalità e quindi consegnarlo alla storia.
Laszlo Moholy Nagy: ha insegnato nella Bauhaus, è stato un teorico della visione per l’industria. Può considerarsi inizatore della ricerca visuale cinetica- contemporanea. Si forma nel suprematismo di Malevic, che vedeva lo spazio visivo come asimmetrico e misurabile. Per Moholy lo spazio è una struttura della coscienza che si manifesta in tutto ciò che si fa coscientemente.
- Composizione Q XX : metallo e vernici a smalto. Mezzi di sperimentazione : simboli cartesiani dello spazio matematico: le coordinate. Scopo = stabilire la misura della luminosità dello spazio. tra spazio matematico e spazio percettivo può esservi identità --> la percezione è un processo di pensiero = il quadro è una dimostrazione matematica. Il disegno industriale è integrazione di un valore di spazialità della strumentazione delle cose.

Tratto da L'ARTE MODERNA di Silvia Lozza
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