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Lanfranco, Berengario e la disputa eucaristica


Nello scritto Liber de corpore  et sanguine Domini Lanfranco si confronta con Berengario a proposito della disputa eucaristica. Entrambi sono d’accordo nel fatto che tale disputa va inserita all’interno di quella più ampia tra dialettica e fede, quindi tra scienza profana e scienza sacra. Innanzi tutto Lanfranco afferma che la contrapposizione dialettica-ratio è una contrapposizione che va superata dando alla ratio un significato molto ampio che fa rientrare la dialettica negli strumenti per il raggiungimento di “un’intelligenza della fede”. Dall’altra parte però distingue nettamente le sacrae auctoritates alle dialectae rationes per cui le prime si basano sulla Rivelazione e nulla hanno a che fare con i contenuti del sapere profano, mentre le seconde rappresentano i contenuti e la forma propri delle scienze profane. Lanfranco precisa inoltre di voler fare a meno della dialettica per parlare di Dio dimostrando tra l’altro che tale procedimento non è contro ragione ma che anzi è contro ragione chi è convinto di poter parlare di Dio solo attraverso la dialettica. Dopodichè L. comincia con il criticare le tesi sull’eucaristia di Berengario il quale sosteneva che sia che si dica che il pane e il vino dell’altare sono soltanto sacramento sia che si dica che sono solo corpo e sangue di Cristo, bisogna affermare che il pane e il vino permangono. Ora prima di tutto L. sostiene che sbaglia chiunque sostenga una delle due affermazioni in quanto attraverso la consacrazione non solo il pane e il vino diventano sacramento, ma si trasforma realmente in vero corpo e vero sangue.

Tratto da LA DOTTRINA DEI TEOLOGI di Carlo Cilia
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