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Gli scritti di poetica di Manzoni

Nella Lettre à M. C.  sur l'unitè de temps et de lieu dans la tragedie, Manzoni si oppone a chi considera l'arte come un assoluto o una religione. Al primo posto, occorre invece porre le attività pratiche e tutto ciò che può giovare alla felicità degli uomini. E' questa una posizione già sostenuta dagli illuministi lombardi, che infatti guardavano con disprezzo alla figura del letterato.

Nella Prefazione al Conte di Carmagnola, Manzoni fa seguire le sue riflessioni sulla tragedia, riassumibili in tre punti. In primo luogo, seguendo Schlegel, il precetto dell'unità di tempo e di luogo (la vicenda non deve durare più di 24 ore e deve svolgersi nello stesso luogo) non ha fondamenti in Aristotele, che non la poneva come una regola. E non trova giustificazione neppure nell'esigenza di verosimiglianza, dato che essa deriva solo dalla coerenza dell'azione scenica.

Manzoni respinge l'alternativa posta da filosofi illuministi come Rousseau secondo cui vi sono solo due possibilità: o il dramma è interessante ed esteticamente riuscito, e allora è moralmente dannoso, oppure è freddo, noioso e allora moralmente utile. Secondo Manzoni un dramma insieme interessante e diretto allo scopo morale è invece possibile. Riprendendo ancora Schlegel, il coro è necessario come personificazione de'pensieri morali, come cantuccio del poeta.

Relativamente al rapporto tra storia e invenzione, secondo Manzoni lo scrittore non deve inventare ma attenersi ai fatti accaduti, e poi ricostruire quegli aspetti della storia rimasti fuori dal lavoro storiografico, e cioè i sentimenti e le sofferenze. In tale ricostruzione egli deve creare azioni e situazioni conformi a quelle che hanno luogo nella vita reale. Insomma, la letteratura completa la storia. Si tratta di una preziosa dichiarazione di poetica che varrà anche per i Promessi sposi.

A queste prese di posizione va aggiunta la lettera scritta nel settembre 1823 a Cesare D'Azeglio Sul romanticismo. Criticando D'Azeglio, che ne riteneva superate le ragioni, Manzoni prende le difese del Romanticismo, nelle forme, più ragionevoli, che aveva assunto in Lombardia.

Così dicendo, Manzoni si mostra consapevole della varietà del Romanticismo e prende le distanze dai più irrazionali, in Germania e in Inghilterra. Manzoni crede inoltre che il movimento abbia l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo. L'arte insomma deve aver per fine l'uti-lità morale; deve fondarsi sul vero storico; deve servirsi di una materia che interessi più persone.

Tratto da LA SCRITTURA E L'INTERPRETAZIONE I di Domenico Valenza
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Dettagli appunto:

  • Autore: Domenico Valenza
  • Università: Università degli Studi di Catania
  • Facoltà: Lettere e Filosofia
  • Corso: Lettere
  • Esame: Letteratura italiana
  • Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volumi 1-5
  • Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
  • Editore: Palumbo, Palermo
  • Anno pubblicazione: 1998

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