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Vittorio Sereni (1913- 1983)

Vittorio Sereni nasce a Luino, al confine con la Svizzera, nel 1913. Egli ha sempre considerato Brescia come la sua seconda patria: entro i tranquilli confini di questa città presero vita i suoi primi interessi letterari, sorti in seguito alla lettura di un grande poeta del Novecento: Ungaretti.
Ma nel 1933 avviene per il futuro poeta un altro trasferimento, questa volta a Milano dove si iscrive all'Università, frequentando dapprima la Facoltà di Giurisprudenza ed in seguito quella di Lettere. Nel 1936 si laurea con una tesi su Guido Gozzano che causò, in sede di discussione, un certo movimento. Infatti  il corpo accademico nel sentire le nuove idee espresse dal laureando si dimostrava piuttosto scettico.
Negli anni milanesi Sereni aveva conosciuto altri "compagni di viaggio" ed era nata l'abitudine di incontrarsi quotidianamente lavorando liberi da ogni competizione in amichevole e affettuoso contatto.
Era intanto scoppiata la seconda guerra mondiale e la notizia del conflitto sorprende Sereni a Modena dove insegna italiano e latino in un liceo. Viene richiamato alle armi con il grado di ufficiale di fanteria e nell'autunno del 1941 è assegnato ad un reparto destinato all'Africa settentrionale. Il 24 luglio del 1943 viene fatto prigioniero a Trapani, trascorre due anni di prigionia in Algeria e nell'allora Marocco francese, e fa quindi ritorno a casa soltanto a guerra terminata.
Nel 1958 diventa direttore letterario presso la casa editrice Mondadori presso la quale rimarrà fino al 1975 e per la quale darà vita alla collana de “I Meridiani”.
Il 10 febbraio del 1983 muore improvvisamente in conseguenza di un aneurisma.


I raccolta: “Frontiera” (1941)


Quasi interamente incentrata sui luoghi d’origine del poeta (Luino era a confine fra Italia e Svizzera).
L’utilizzo del termine “Frontiera” oltre a denotare una caratteristica geografica, indica, pur rimanendo Sereni sempre un poeta laico, anche la linea che intercorre fra le situazioni quotidiane ed un “oltre” che le supera, senza tuttavia rinnegarle.
Egli fa dunque della propria poesia, come già fece Montale, lo strumento d’indagine della dubbiosa ipotesi di trascendenza. Perciò si suole considerare Sereni come una sorta di continuatore dell’opera montaliana, di portatore di quell’intonazione così alta raggiunta da Montale ne “La Bufera e altro”.
La forma dialogica permette all’uomo di superare la sua finitezza
Assai vivo in Sereni il senso della coralità, della condivisione.


II raccolta: “diario di Algeria” (1947)


In questa raccolta c’è la testimonianza della prigionia in Algeria ,che a causa della tenace sferza etica, egli visse con un forte senso di colpa , la colpa di non essere presente per la sua patria, per la famiglia, l’assenza dai suoi cari,
Si delinea così la figura del prigioniero come colui che non può agire; la dimensione del prigioniero è l’attesa: egli non sa delle sue sorti, non possedendo più la libertà dell’individualità


III raccolta: “Gli Strumenti umani” (1965)


Gli Strumenti umani scandisce il difficile e tormentato dopoguerra del poeta, reduce dai campi di prigionia dell’Algeria e del Marocco.
Il titolo fa riferimento ai poveri oggetti della vita contadina di Luino ma anche agli “strumenti mentali” di cui l’uomo dispone per poter cogliere l’oltre, quello che c’è al di là del reale.
La poesia dunque può essere considerata come uno di questi “strumenti umani”.


“Il muro” (1956-1965)


Questa lirica è stata scritta in un lungo lasso di tempo non tanto per essere rifinita ma piuttosto perché l’autore era solito impiegare molti anni alla stesura di un testo per poter cogliere ed esprimere al meglio le esperienze, che si ripetono nel corso dei giorni, dei mesi , degli anni connotandosi di accezioni diverse ogni volta.
In ogni verso e descrizione dunque si riscontra una sorta di riepilogo dei vari modi di conoscere che si sono col tempo stratificati.
Affinità con “Voce giunta dalle folaghe”:
-  Timore dei morti di essere dimenticati dai vivi
-  Presenza del vento che anticipa la rivelazione del defunto
-  Figura del padre

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