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I mancamenti di Petrarca secondo Leopardi


La Prefazione dell'Inteprete parla dunque di stima ma di mancamenti. Un distacco critico dettato dalla rimeditazione puntuale delle Rime. Nella veste del commentatore Leopardi matura condizioni determinanti per la sua poesia dal 1828 in poi. Ma Petrarca irrompe ancora nei Canti, ma in un modo nuovo, nella nuova interpretazione leopardiana. Un processo assimilativo: l'orizzonte poetico leopardiano accoglie nel suo cerchio un Petrarca mutato.
Cosa vuol dire? Vuol dire che l'Interpretazione delle Rime del Petrarca, la sua riscrittura prosastica, è la riscrittura poetica dei Canti. Questa Interpretazione rivela imprevedibili vicinanze tra interprete e poeta.
Ma ben veggi or' sì come al popol tutto/ favola fui gran tempo. I versi 9 – 10 del proemio di Petrarca vengono spiegati da Leopardi con: per lungo tempo fui materia di discorso e di riso alla gente. Nelle Ricordanze Leopardi esprime il suo rapporto conflittuale con la gente del borgo con: né mi diceva il cor che l'età verde / sarei dannato a consumar in questo / natio borgo selvaggio, intra una gente / zotica, vil cui nomi strani, e spesso / argomento di riso e di trastullo, / son dottrina e saper. Siamo passati in un crescendo da favola a materia di discorso e di riso ad argomento di riso e di trastullo.

Tratto da LEOPARDI INTERPRETE DELLE RIME PETRARCHESCHE di Gherardo Fabretti
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