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Corpi luminosi in Porfirio e Proclo



Porfirio distingue più corpi luminosi, uno etereo più vicino all'immaterialità, uno solare, uno lunare. Proclo nel commento al timeo spiega che l'uomo è un microcosmo in cui le diverse potenze dell' anima corrispondono ai diversi astri, e il veicolo radioso corrisponde al cielo. Un'analisi attenta del pensiero platonico e neoplatonico mostra che questo non disprezzava il corpo. Si usava il termine ochema per designare il veicolo dell'anima. Ogni anima è legata in modo congenito a un corpo eterno. Questo è lo strumento di essa. Quindi nell'uomo abita un principio divino, ma incorporeo, e possiede delle potenze che ne costituiscono la naturale attività animate da moto circolare attorno ad esso. Esse son di materialità sottilissima, materia pura e sottilissima affine a fuoco ed etere, detta infatti scintilla. Tale rivestmento del principio incorporeo è il suo corpo o veicolo celeste e immortale. Il ritorno alla perfezione è anche un ritorno allla quiete di quel corpo. L'attività della filosofia è far scaturire dalla scintilla quel fuoco che tramuti l'uomo in fiamma. Nell'uomo quindi abbiam più corpi: fisico; pneumatico, che avvolge il corpo e rifette lo stato di purificazione interiore, la scintilla o augoeides, di materia sottilissima, che in stato di colpa rimane velata, e il principio divino che per aristotele, stoici ed epicurei è nel cuore, per platone nel cervello. La terminologia è ambigua. Nous può indicare sia il principio incorporeo che la scintilla, psyche lo stesso può riferirsi a loro.

Tratto da ORIGINI GRECHE DELL'ESICASMO di Dario Gemini
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