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Presentazione del festival Mediterranea di Genova

Il Mediterraneo è lo scenario del nostro futuro e il tempo e  luogo della nostra storia. Una nuova cultura intermediterranea fondata sulla reciproca conoscenza e sulla condivisione di una visione differenziata, diventa lo strumento più forte per ricostruire uno spazio comune che sia di crescita, di integrazione, di pace. Dialogo: voci tra le sponde appunto. Non esiste una sola cultura mediterranea ma ne esistono molte in un solo Mediterraneo. È nelle relazioni interculturali che il Mediterraneo da uno stato di cose riesce a diventare un progetto. Evitando che la retrospettiva oscuri la prospettiva. Non è facile superare stereotipi, pregiudizi e retoriche, ma contribuire a costruire una nuova consapevolezza diffusa, a far circolare idee può aiutare a ricostruire le funi sommerse strappate dall'intolleranza e dall'ignoranza. Mediterranea, alla sua seconda edizione, ripropone con la presenza di grandi voci internazionali l'appello a non rinchiudere il futuro
Marta Vincenzi (Sindaco di Genova) - Luca Borzani  (Presidente Fondazione Palazzo Ducale)

Con queste parole i promotori dell'iniziativa (Comune e Fondazione Palazzo Ducale) riassumono il progetto della seconda edizione del festival Mediterranea, voci tra le sponde in programma a Genova dall'autunno 2010 alla primavera 2011. Il progetto si sviluppa con una serie di iniziative – mostre, incontri con scrittori e sociologi, serate gastronomiche, etc – che possono in qualche modo essere ricondotte sotto il termine ombrello di Mediterraneo (anzi, di Mediterranea: termine evocativo delle "cose del Mediterraneo", ma anche aggettivo qualificativo di una città come Genova che si è sviluppata attraverso gli scambi commerciali marittimi).
A partire da questa presentazione, pubblicata sulla brochure dell'evento, l'intento dei promotori sembra innanzitutto quella di voler rappresentare un'idea di Mediterraneo complessa, di mixité culturelle, e di voler facilitare le relazioni e l'integrazione tra le diverse "culture mediterranee" che in una città come Genova – con una forte tradizione di immigrazione ma anche di accoglienza - si incrociano quotidianamente.

Tratto da SAGGIO SUL FESTIVAL MEDITERRANEA DI GENOVA di Isabella Baricchi
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