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Grandi personaggi e idea di natura in Montaigne



A proposito della storia, egli è molto attento ai grandi personaggi, ma non per ciò che di eroico hanno fatto, quanto per il loro vivere quotidiano, testimonianza della ricchezza e al tempo stesso della natura debole dell’uomo. Egli ama immaginare Alessandro Magno intento al gioco degli scacchi o nei gesti più quotidiani; dunque non uno storico “scienziato” ma psicologo e moralista.
Quello di natura è un concetto onnipresente nella filosofia di Montaigne il quale la considera “Madre” o anche “Tutto”. Non c’è sostanziale differenza tra Dio e la natura ed in questo è molto lontano dal cristianesimo. Per Montaigne vivere secondo natura significa entrare in sintonia profonda con essa, conoscerla fino in fondo. Per i cristiani vivere secondo natura è vivere nel peccato. Per questo si è potuto dire che il suo scetticismo sfoci poi nell’epicureismo. 0bbedienza e pietà rappresentano il tratto epicureo dell’esistenza vissuta, secondo Montaigne Ogni tipo di approccio stoico alla vita secondo Montaigne è disumano. L’uomo deve invece razionalizzare il fatto che esistano mali nel mondo e saperli in questo modo accettare come possibilità della vita. Essi non sono infatti razionalizzabili ma solo percepibili affettivamente. Tutti gli sforzi razionali o utopici che vogliono eliminarli si scontrano con l’evidenza che l’uomo è incapace di autoriformarsi. Saggio è chi sa accettare il negativo.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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