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Versatilità dell'utilizzo di "phersu"



1) Phersu non è necessariamente espressione del mondo infero. Esso infatti presiede solo a un agone cruento che può anche concludersi con la vittoria del prigioniero. Il suo compito non sarebbe quello di graduare sadicamente un sacrificio umano, ma officiare un rito ordalico nel quale agisce da interprete della volontà divina. Non è dunque una replica scenica di un demone, ma un operatore rituale. che può fungere da tramite tra divino e umano.  2) non è necessariamente legato al rito cruento. Nella tomba degli Auguri figura anche come mimo o danzatore. Somiglianze ci dicono che la figura fosse si collegata a riti funebri, ma non estranea ad altri riti spettacolari e cerimoniali, non senza risvolti parodistici. Da ciò emerge la polivalenza di phersu, e la somiglianza con attori satiristi. Troviamo spesso la coppia phersu-sileno inserita in un ciclo festivo, che ci fa pensare che il phersu avesse anche funzione parodistica, da mimo o giocoliere, accanto a danzatore e officiante del gioco cruento. E' evidente comunque che era operatore rituale perchè phersu è nomen agentis e non nome di persona (lo dimostra Szilagyi). Poi in alcuni bronzetti etruschi del 5° sec. vi sono somiglianti giocolieri al phersu... Ciò che distingue il phersu dai suoi consimili sembra essere la sua versatilità dell'impiego , e l'uso della maschera, che faceva in modo che fosse denominato "la maschera". E' riconoscibile in almeno 3 contesti diversi (officiante nel gioco cruento, danzatore, mimo-giocoliere) e disponibile per i momenti essenziali dei riti festivi e non solo sepolcrali, Come tale poteva esser noto anche ai romani. Una tradizione accolta da livio e riferita a Tarquinio Prisco riporta che il primo re etrusco introdusse a Roma i l ludi circenses facendo venire soprattutto dall'etruria pugili e cavalli. In raffigurazioni etrusche del 6° sec accanto a pugili e cavali ci sono spesso phersu.  Qui appare plausibile l'idea che Roma abbia assunto il termine persona (phersu-na) nel senso di maschera direttamente dall'etrusco, siccome il suffisso di appartenenza -na si può aggiungere alla parola base assumendone il significato (lanterna dal greco lamptèr) Quindi phersu-na può essersi formato in etrusco col significato di attrezzo del phersu, sostantivato in maschera. Ricordiamo che tra i vari phersu dipinti l'unica costante è l'acconciatura del volto.

Tratto da STORIA DELLE RELIGIONI di Dario Gemini
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