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La dominazioe franca in Grecia



I La Grecia asservitaLa dominazione franca
La penetrazione franca comincia in Oriente con la prima crociata (1096-1099). Il risultato delle crociate che seguirono fu l’occupazione dei territori dell’impero bizantino puramente greci o popolati in maggioranza da greci: durante la terza crociata fu fondato il regno di Cipro sotto i Lusignani (1192), la quarta crociata si concluse con la presa di Costantinopoli (1204) e con la spartizione dell’impero tra i crociati. Costantinopoli con la Tracia costituì l’impero franco di Costantinopoli (1204-1261), la Macedonia formò il regno di Tessalonica (1204-1224), l’Ellade centrale fu divisa in diverse baronie, il Peloponneso formò il Principato di Morea, lo Stato franco più importante dopo i possedimenti veneziani in Grecia. Il vero dominio in Oriente appartiene a Venezia. L’Eubea, le Cicladi, le isole Ionie, l’isola di Creta, Cipro, dal 1489 erano possedimenti veneziani. Oltre a questi grandi territori, una serie di basi navali, Modone, Corone, Salonicco, in seguito Nauplia e Argo, Lepanto, l’isola di Egina, Monemvasia, e alcuni quartieri commerciali di Costantinopoli, assicuravano a Venezia il controllo del Mediterraneo orientale. Genova, a partire dal XIII secolo, si assicurò la sua parte nella spartizione di zone dell’impero e giunse, nel XV secolo, a tenere sotto il proprio dominio le isole di Taso, Samotracia, Imbro, Lemno, Chio, Samo, Nikaria, come i porti di Eno nella Tracia e di Focea nella Ionia. I Cavalieri dell’Ospedale di San Giovanni occupavano Rodi dal 1308.
L’idea nascente di unità nazionale era già abbastanza sviluppata  per permettere che forze greche si raggruppassero intorno a capi locali e formassero dei nuclei di resistenza. Gli obiettivi erano cacciare i franchi e ricostituire l’unità dell’impero. Michele Paleologo riuscì a riconquistare Costantinopoli (1261) e l’impero visse per altri due secoli. Ma tale impero è solo uno Stato nazionale attaccato dai serbi, bulgari e turchi.
Alla fine del secolo XV ai franchi rimanevano solo le isole e qualche punto della costa.
L’amministrazione dei paesi conquistati, che aboliva ogni forma di autonomia indigena, anche nel campo ecclesiastico, e lo sfruttamento del territorio, accrescevano gli odi fra i latini e i greci e si risolvevano in una facilitazione delle conquiste turche. Solo la politica realistica di Venezia fu capace di adattare la propria amministrazione alle particolarità locali. Essa non abolì gli episcopati ortodossi nel Peloponneso, autorizzò la ricostituzione degli episcopati di Cefalonia e di Cerigo, e impedì che entrassero nei suoi domini del Levante l’Inquisizione e i Gesuiti. Venezia capì la necessaria capacità di adattamento di fronte alla resistenza dei propri amministrati, riconoscendo determinati privilegi locali come a Corfù e a Salonicco.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA NEO-GRECA di Gabriella Galbiati
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