Skip to content

Farmacologia - Pagina: 31

-Correlati al team e al SSN (barriere): togliere le barriere facilita la compliance del pz, che si reca così in ospedale per essere controllato e così via. Però spesso le barriere sono create apposta, perché oggi c'è troppa tendenza alla medicalizzazione, tutti vogliono farsi ecografie, tac, risonanze magnetiche, ecc. -Associati alla patologia (il pz è più aderente se soffre di una patologia grave) -Legati alla terapia (es. iniezione più pesante rispetto ad una compressa) -Dipendenti dal pz Scarsa aderenza: è un rilevante problema di sanità pubblica (es. agli intolleranti al glutine il SSN passa dei cibi senza glutine, costa meno rispetto a curare complicanze a lungo termine; c'è a chi non piace e lo regala, il SSN ha speso soldi per nulla, il pz mangia cibo normale, spenderemo di più dopo per le cure); costi sostenibili per il SSN; peggioramento delle condizioni cliniche dei pz. Cosa andrebbe fatto: semplificazione dei regimi terapeutici, monitoraggio attivo, riorganizzazione del SSN. Perché la medicina non funziona bene? Ci dobbiamo chiedere più cose: se la dose prescritta è quella giusta; se scarsa compliance oppure errori da parte del pz nell'assunzione del farmaco; se la dose somministrata è corretta o meno e questo porta ad un'alterata velocità dell'assorbimento ecc.; oppure non è adeguata la concentrazione a livello di target terapeutico, e questo ci richiama la "legge azione di massa" perché il farmaco che si deve legare al suo recettore deve essere in prossimità del recettore in una certa concentrazione, quando parliamo di interazione farmaco-recettore stiamo parlando di un equilibrio dinamico, cioè all'equilibrio tante molecole si attaccano tante molecole si staccano. Se diamo l'antagonista, lo dobbiamo dare in una concentrazione tale che sposti per la legge azione di massa l'agonista già legato. Quindi, se vogliamo trattare l'iperdosaggio di morfina (l'individuo arriva in ospedale con depressione respiratoria) dobbiamo dare l'antagonista in dose appropriata; esistono dei protocolli che ci permettono di dare l'antagonista (il naloxone) in concentrazione capace di rimuovere l'agonista dal recettore e di revertire come effetto terapeutico quelle che sono le manifestazioni di un iperdosaggio di morfina (depressione respiratoria, coma, morte).

Tratto da FARMACOLOGIA di Andrea Panepinto
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.