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Criteri per la diagnosi di avvelenamento


Una diagnosi di avvelenamento non è semplice perché ci possono essere molte complicazioni e quindi è necessario seguire i criteri elencati di seguito:
1. circostanziale
2. clinico
3. anatomo-patologico
4. tossicologico


Se alla fine dei primi tre criteri non ho nulla in mano, mi trovo davanti ad un caso generico in cui non saprò di cosa sia morto il cadavere, sarà un'indagine difficile in cui potrò avere migliaia di possibilità. Se invece, riesco ad individuare l'ambito di sostanze ho ristretto il mio campo d'indagine. 

 
(1) Il criterio circostanziale è un criterio orientativo che serve per indirizzare le indagini. Quando trovo un cadavere devo osservare dove si trova, come è vestito, gli oggetti intorno ad esso e tutto ciò che mi può essere utile per indirizzare la mia indagine.

(2) Il criterio clinico considera due possibili varianti:
• nel caso di morte in ospedale, sarà necessario avere la diagnosi d'ingresso e la terapia data
• nel caso in cui l'individuo sia morto fuori dall'ospedale, si dovranno avere le informazioni fisiopatologiche dal medico curante.

(3) Il criterio anatomo-patologico è esplicativo con l'esame esterno e l'esame autoptico. Nell'esame esterno abbiamo un cadavere su cui dobbiamo verificare qualsiasi colorazione strana (di solito il cadavere è di un colorito roseo), poi dobbiamo osservare le ipostasi che sono delle macchie di sangue che si formano una volta che l'individuo è deceduto in seguito alla deposizione per gravità e successiva coagulazione. Il colore delle ipostasi varia a seconda del tipo di intossicazione, normalmente è di colore vinoso, se è rosso vivace siamo in presenza di intossicazione da monossido di carbonio, se è verde da composti quali l'acido solfidrico.

All'esame autoptico si devono verificare queste particolarità ed effettuare alcuni prelievi di liquidi biologici quali sangue, urine, bile e contenuto gastrico. Esistono anche dei prelievi particolari quali quello dei capelli che sta rientrando nella routine, ma anche quello dei polmoni, tessuto cartilagineo, tessuto osseo e così via.
Durante l'esame autoptico vengono osservati vari organi ma le lesioni sono aspecifiche, non favoriscono le indagini. 
 
(4) L'ultimo criterio è quello tossicologico in cui è importante capire che va fatta un'analisi che va sempre collegata al caso in questione. 
 
A questo punto, abbiamo il caso con tutte le caratteristiche e tutti i prelievi, e per prima cosa devo individuare l'eventuale tossico con un'analisi quantitativa perché non basta dire che ho trovato una certa sostanza ma devo dimostrare che era presente in quantità tale da produrre la morte dell'individuo. Dal punto di vista analitico devo isolare il tossico, per cui la prima fase sarà l'estrazione del tossico che vuol dire preparare una matrice in cui sono disciolte una certa quantità di sostanze e voglio isolarne solamente qualcuna.

Se arriviamo in fondo al terzo criterio e non abbiamo alcuna informazione utile, mi trovo in un caso di tossicologia generica, vado in laboratorio e devo obbligatoriamente isolare tutti i tossici.
Il primo criterio di estrazione che è il classico si basa sul presupposto che tutti i tossici sono ugualmente probabili, ma con un unico criterio estrattivo non è possibile isolarli tutti.
Il secondo criterio detto anche anglosassone afferma che non tutti i tossici sono ugualmente probabili per cui vado a ricercare quelli più probabili, facendo una serie di estrazioni mirate per vedere se ci sono barbiturici, stupefacenti, pesticidi o altro. Se voglio cercare solo i barbiturici effettuerò un'estrazione in grado di potermi mettere in condizione di isolarli tutti. In questo caso i limiti della ricerca generica sono che elimino alcuni gruppi di sostanze e rischio di perdere le altre che sono meno frequenti.

Ci sono delle situazioni che vengono definite nel seguente modo:
• veleno senza avvelenamento
• avvelenamento senza veleno

Nel veleno senza avvelenamento ci possono essere casi in cui si ritrova il veleno, ma l'avvelenamento non si è verificato, perché con le attuali metodiche siamo in grado di individuare quantità infinitesime di sostanza.
Nello avvelenamento senza veleno, l'individuo si è avvelenato ma non ritrovo il veleno e questo è possibile quando trovo un individuo con una siringa nel braccio. Facendo l'indagine tossicologica se non trovo alcuno stupefacente è perché l'individuo è morto per shock anafilattico, troppo velocemente e la sostanza non ha fatto in tempo ad essere metabolizzata.
In criteri precedenti avevano però individuato la morte per stupefacente, per cui utilizzo il criterio di esclusione cioè escludo qualsiasi eventualità lesiva di morte dell'individuo.

Tratto da FARMACOTOSSICOLOGIA E GALENICA FARMACEUTICA di Maristella Maltinti
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