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Unità muscolo-tendinea


Unità muscolo-tendinea:
l’architettura di un muscolo si riferisce all’orientamento delle sue fibre rispetto all’asse da cui si genera la forza, ovvero la linea che unisce le due inserzioni tendinee a livello dei segmenti ossei.

Se le fibre sono parallele a questo asse, il muscolo è detto fusiforme; se le fibre sono orientate tutte con un certo angolo, il muscolo è detto pennato (maggior parte dei muscoli scheletrici).
- nei muscoli fusiformi, la sezione anatomica (ovvero trasversale al muscolo) coincide con la sezione fisiologica (ovvero trasversale alla direzione delle fibre);
- nei muscoli pennati invece, la sezione anatomica è minore di quella fisiologica.

In condizioni isometriche dell’unità muscolo-tendinea, la somministrazione di uno stimolo massimale determina uno sviluppo di forza con una variazione temporale diversa rispetto alla variazione di concentrazione di Ca nel citoplasma: se gli elementi contrattili fossero degli attuatori rigidi e la tensione da loro generata fosse rigidamente trasmessa dal tendine, allora la forza che arriva al segmento osseo avrebbe una variazione temporale molto simile a quella della variazione di concentrazione di Ca.  In realtà, questa variazione di forza raggiunge il valore massimo molto tempo dopo il massimo della variazione di conc. di Ca, quindi si suppone la presenza di elementi che rallentano la risposta meccanica.

Gli elementi contrattili trasmettono la forza generata al loro livello al tendine, tramite elementi elastici in serie e in parallelo. Sono presenti inoltre elementi viscosi in parallelo, che si oppongono ai rapidi cambiamenti di velocità di contrazione. Questo modello è in grado di trasformare la forza generata a livello degli elementi elastici, in una variazione di forza a livello tendineo simile a quella prodotta durante una scossa singola.

Tratto da FISIOLOGIA di Giulia Bonaccorsi
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