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I sintomi cognitivi


Sono legati alle funzioni nervose superiori e si possono veriicare per lesioni dell'encefalo (corteccia cerebrale). Si parla di afasia quando non si ha la capacità di utilizzare il linguaggio: il pensiero non coincide con le parole o viceversa. I soggetti affetti da afasia di espressione, detta anche afasia non fluente, sanno cosa vogliono dire ma non sanno farlo (disartria = incapacità di articolare le parole; es. ubriaco) cioè non sanno tradurre il pensiero in parole come se si trovassero a parlare un'altra lingua; questa malattia è determinata da una lesione alla tempia (lobo frontale). I soggetti affetti da afasia di comprensione, detta anche afasia fluente, non riescono a capire ciò che gli viene detto poichè non sono in grado di tradurre le parole in pensiero, inoltre parlano male anche se in maniera fluente (parafasie = mettere una parola al posto di un'altra); questa malattia è determinata dalla lesione del lobo temporale sinistro (area di Wernicke).
Un'altro sintomo cognitivo è l'agnosia ovvero l'incapacità di ricevere stimoli (es. agnosia visiva). Per aprassia si intende invece la mancanza d'azione, ovvero l'incapacità di eseguire gesti significativi e può riferirsi a gesti intransitivi o transitivi (cioè che hanno o non hanno bisogno di oggetti per espletarsi; es. segno della croce o pettinarsi). L'ultimo sintomo cognitivo è l'amnesia ovvero l'incapacità di usare la memoria.

Disturbi dell'orientamento
Orientato significa consapevole della realtà in cui il soggetto è inserito (TSP, dove T = tempo; S = spazio; P = persone). Di solito si conserva di più il TS e il P si perde solo in stadi avanzati.

Tratto da NEUROLOGIA di Lucrezia Modesto
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