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Grottesco fantastico in "Miracolo a Milano"


E’ l’unico stile che non è stato alterato dall’associazione puramente carnevalesca. "Miracolo a Milano" rappresenta uno dei primi grandi esempi di grottesco favolistico-fantastico nel cinema Italiano. Non opera sulla deformazione delle linee che definiscono il reale, quanto come una trasfigurazione onirico-favolistica del reale stesso. L’incipit del film è dato dal ritrovamento del bambino sotto ad un cavolo, mostra poi la vita della baraccopoli come una vita di piazza che definisce lo spazio pubblico con la specificità del suo linguaggio. Più che da un impianto narrativo forte, miracolo a Milano è costituito da un sistema di immagini che si innestano nell’imagerie del grottesco puro. Ci sono maschere deformanti, ma non assumono la le forme del mostruoso, piuttosto di una diversità divertita. Il tratto che definisce l’originalità del grottesco favolistico è la realizzazione fantastica del desiderio, differenziandosi dall’allucinazione che sarà invece elemento stilistico fondamentale del grottesco moderno. Il fantastico qui si iscrive in un regime utopico che incarna la possibilità di trasformazione gioiosa del reale; questo utopismo è proprio della tradizione della festa popolare, espressione della capacità umana di ridare vita e rigenerare un mondo altrimenti immodificabile. Per Zavattini il mondo dei poveri è fondamentale nella sua rappresentazione etico-estetica, i poveri alla fine si librano in cielo inseguiti dai poliziotti, il conflitto sociale tra le due parti si risolve in una fuga liberatoria che trova nel volo la leggerezza espressiva della propria forza trasfigurante e rigenerante. Con il Giudizio Universale, si viene a radicalizzare la struttura a scene, se in miracolo le gag erano tenute insieme da un sottile filo narrativo, nel giudizio questo è totalmente assente; il grottesco puro si esprime nell’abbassamento di questo momento religioso. Il mondo allarmato dall’imminenza della fine, si libera dalla falsità e dalle maschere indossate per gli infiniti luoghi sociali dove la piazza si converte in un luogo di confessione. Nella piazza si mostra la galleria dei prototipi umani, il fanatico, il depresso, il cmaeriere… Il giudizio verrà invece sostituito da un diluvio che è indicativo della rinascita, accompagnato dal suono delle campane e i canti festosi. Il giudizio universale costruisce un mondo opposto a quello di Miracolo a Milano, attraverso la paura per la morte ci si allontana dall’immobilità della società per poi tornarne immediatamente dopo aver scampato il pericolo.

Tratto da CORPO E MASCHERA NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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