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Enunciazione come traccia in Erodoto



Così le descrizioni bizzarre prive di marche d'enunciazione danno spazio all'enunciazione sottoforma di tracce, con l'uso ad es. del tempo presente, o introducendo cose tipo “io penso che...”. L'enunciazione è presente solo sotto forma di tracce.  Quindi abbiamo un tipo di descrizione, introduzione esplicita della tassonomia (descrizione del tapiro): l'effetto d'alterità ottenuto sul destinatario è calcolato, o viene spiegato chiaramente come leggerla. Il secondo tipo di descrizione non si riferisce a un vedere esplicito e non offre le sue modalita d'uso. È come un quadro senza legenda. Non usa la comparazione, l'analogia e la negazione, ma ricorre allo schema dell'inversione. Quindi deve produrre sul destinatario un effetto di alterità, come la scena dei funerali Sciti in cui spetta al destinatario calcolarne il senso. Assenza o cancellazione delle marche d'enunciazone è una tecnica per accrescere il peso dell'alterità: lascia l'alterità allo stato bruto, ma non senza tracce che si indirizzano al sapere del destinatario. Descrivere significa anche sapere e far sapere, o far vedere un sapere. Ma in un racconto particolare la descrizione ha anche un'altra funzione: il sapere che essa mette in mostra non è solo giustappostto alla narrazione degli eventi, ma la descrizione ha efficacia nel racconto stesso. Serve nel racconto a spiegare una cosa di prima.

Tratto da ERODOTO, IL PADRE DELLA STORIA? di Dario Gemini
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