Nomade scita come apolide greco

Il potere regale marca lo spazio: orienta, fissa, taglia, distribuisce. Il terreno di passaggio è ripugnato. In questo caso gli Sciti come possono essere al contempo pastori e sudditi? Cos'è un re nomade? Ipotesi: il barbaro è monarchico o dispotico. Il modello di potere barbaro in Erodoto è il Gran Re. Il potere nomade è pensabile solo come monarchico, ma pensare un potere è come se annullasse il nomadismo. Se la centralizzazione del potere è legata a hestia, questo segna anche che il potere non può essere nomade ma dev'èssere presenza centrale. Il vero poros degli Sciti non è il ponte, ma le tombe regali, che stanno al posto del centro > centro fisso e immobile che fa si che lo spazio scita possa costituirsi come territorio. Il potere nega il nomadismo: le stesse mutilazioni ai funerali ci dicono di Sciti che si costituiscono in comunità e aboliscono la dispersione nomade. Il re è anche capo di guerra. Un potere nomade è impensabile. Ma nel racconto della guerra gli Sciti sono nomadi e fanno una guerra nomade: il nomadismo pare pensabile solo come strategia, ecco la riflessione di Erodoto. Cosa fonda l'equivalenza dario-Sciti / atene-serse? La metafora dell'insularità funziona come metafora del nomadismo = essere nomade è come essere insulare → vedi strategia periclea. L'insulare non offre alcuna presa, è aporos, inafferrabile. Gli Sciti applicano alla lettera il programma di pericle, devastando i loro stessi pascoli. Erodoto ammira la strategia scita. Per dire il nomadismo ci sono solo negazioni: i nomadi non mangiano pane, non seminano, non abitano in case, non hanno statue e altari e templi per gli dei, non accendono fuoco per i sacrifici. Il nomadismo è così la somma di queste mancanze, e il nomade una figura dell'àpolis. Secondo aristotele i nomadi lavorano di meno, e vivono nell'ozio, come nel tempo anteriore a Prometeo.