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Valore del sogno nell'era cristiana



I sogni nell' era cristiana cominciano a essere coinvolti in un processo di drammatizzazione delle sensibilità e delle mentalità, con un clima generale di angoscia. In Oriente in particolare si osserva un'effervescenza onirica e onirocritica. E i sogni occupano un posto rilevante nel rinnovamento filosofico del III sec, specie tra neoplatonici. L'onirocritica erudita e l'oniromanzia popolare cominciano ad avvicinarsi. Artemidoro di Daldi nel suo Oneirocriticon (II sec.) dice di aver consultato anche gli indovini di piazza. Si sviluppa anche il sogno sollecitato dal rito dell'incubazione, legato ai templi di dei terapeuiti come serapide. Il sogno diviene via di contatto col dio, e si sviluppano gruppi di terapisti che discutono di sogni e salute, un nuovo legame che ritroveremo poi nel medioevo. Elio aristide sostiene che nasce il nuovo genere letterario dell'autobiografia onirica, i cui avvenimenti essenziali sogno sogni guaritori, premonitori o sacri. In qualche modo le confessioni di agostino lo sono. Secondo l'Oneirocriticon le strutture sociali, politiche e mentali della citta greca del II sec. compenetrano l'interpretazione dei sogni, e il significato dei sogni varia a seconda della condizione professionale, giuridica e sociale del sognatore. Fra cittadini e schiavi, tra uomini e donne, i sogni cambiano significato. Le trasformazioni che il cristianesimo sancirà in realtà cominciano già dall'era pagana.

Tratto da L'IMMAGINARIO MEDIOEVALE di Dario Gemini
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