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Un ponte tra facilitazione, sostegno e mediazione familiare


Assumendo un’ottica sistemica, la transizione non ci appare come una sequenza lineare di fasi, ma nella sua ciclicità, imprevedibile, discontinua. I genitori si trovano di fronte a diversi “ponti” da attraversare anche quotidianamente e in modo del tutto imprevedibile; davanti al ponte non ci si trova solo nelle macro-svolte della vita, ma ogni volta che irrompe il nuovo a perturbare quel sistema.
In questa fase della transizione, l’intervento educativo, in una logica di lavoro “con” la famiglia può connotarsi come intervento di facilitazione nel riconoscimento stesso del ponte.
Ciascuna famiglia, in questo particolare momento della transizione, si costruisce — metaforicamente parlando — il suo sguardo sul ponte. L’educatore-facilitatore “sa progettare percorsi di riflessività”, non propone ricette ed istruzioni, fa domande e si pone in ascolto. Attraversare ponti può essere una passeggiata o una gran fatica, facile o difficile.
Un secondo elemento della transizione è il sostare nel passaggio (attraversare/stare sul ponte). I genitori nella fase di ricerca di nuove modalità relazionali possono vivere difficoltà momentanee, momenti di crisi che mettono la famiglia in una temporanea condizione di impossibilità evolutiva.
L’intervento educativo, in questa seconda accezione, può connotarsi come sostegno, inteso come “rimessa in gioco di possibilità” della famiglia, in un momento di crisi.
La famiglia può non trovare al proprio interno le risorse per far fronte alle difficoltà che attraversa; può vivere un senso di inadeguatezza.
Il terzo momento, la fase di riorganizzazione, potrebbe coincidere nella metafora del ponte con l’arrivo dall’altra parte.
Dall’altra parte del ponte si può trovare una piacevole sorpresa, o essere travolti dagli eventi; ciò che si trova può non
coincidere con le aspettative. L’intervento educativo in questa fase può assumere la connotazione della mediazione.
Nell’intervento di mediazione, l’educatore svolge il ruolo di “terzo” con la funzione di dare voce a tutti i soggetti coinvolti, di far emergere possibili punti di vista, può proporsi come modello di adulto, non da imitare, ma in cui i genitori possono rispecchiarsi per ricercare nuove possibilità.

Tratto da BRICOLAGE EDUCATIVI di Anna Bosetti
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