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Forme di famiglia e cattolicesimo


Da parte cattolica si ritiene di dover ripristinare nella sua pienezza il senso della naturalità della famiglia, eliminando «il divorzio e le libere unioni». Il divorzio e le libere unioni si configurano come lesioni di una struttura naturale.
Fanno persino paura i matrimoni plurimi in successione temporale, tanto è forte l’idea dell’unicità, dell’esclusività, dell’indissolubilità. In effetti, o la morte di un coniuge dissolve per sempre un matrimonio, oppure dovremmo pensare che un vedovo o una vedova, che nella loro esistenza abbiano avuto la ventura di risposarsi, si trovino nell’aldilà, al cospetto del Signore e per l’eternità, insieme alle loro rispettive mogli e ai loro rispettivi mariti, in una situazione che evoca in qualche modo la poligamia.
Il legame che qui, sulla terra, è stato dichiarato ‘definitivo’ e ‘indissolubile’, esiste ancora nell’aldilà? Se sì, si rischia di cadere in una situazione troppo simile alla poligamia. Se no, se esso non esiste più, se è stato annullato, ciò vuol dire che per i Cristiani la morte è più forte dell’amore, anche di quell’amore che Dio ha consacrato e che l’uomo non dovrebbe sciogliere; che l’indissolubilità è a termine.
C’è una via che porta decisamente al di là delle questioni delle famiglie normali e dei problemi di convivenza domestica della gente comune, una via che non è dato a tutti comprendere e percorrere. È quella di farsi da sé eunuchi (rinunciare al sesso e alla procreazione, dunque anche al matrimonio con una donna) per il «Regno dei cieli».
Il discorso sulla famiglia di Gesù è disorientante: prima si parla di indissolubilità dell’unione coniugale — una sola carne; poi si fa capire quanto importante sia la via che porta al Regno dei cieli, rinunciando al sesso, alla procreazione, al matrimonio.
Nelle sacre scritture, infatti, la famiglia è presentata sì come realtà naturale, ma rappresenta comunque una seconda scelta. Per il cristianesimo la scelta ideale è quella del celibato. Il matrimonio rappresenta la scelta per coloro che non riescono a votarsi interamente per la causa di Gesù.
La famiglia ha da essere intesa non come una realtà naturale, bensì come il prodotto di una naturalizzazione.
Tutti coloro che sostengono la naturalità della famiglia, quasi inevitabilmente ritengono che esista un unico tipo di famiglia. Il ricorso alla natura ha il significato di privilegiare un tipo di famiglia a scapito di tutti gli altri: e questo avviene o ignorando l’esistenza di altri tipi, o degradandoli a forme innaturali.

Tratto da CONTRO NATURA (UNA LETTERA AL PAPA) di Anna Bosetti
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