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Comunicazione Mediale


I media studies
Vi sono fondamentalmente due filoni di studio: gli studi sul pubblico e l’industria dei media (di ambito sociologico-antropologico) e gli studi sul testo, sul prodotto mediale (di ambito linguistico-semiologico).
Bourdon sostiene che nella comunicazione di massa interagiscono 4 dimensioni:
- tecnica (giornalisti, conduttori, registi, …)
- organizzazione (imprese pubbliche e private)
- contenuto. E’ la dimensione più problematica; rimanda al modello di Laswell delle 5W, che a sua volta rimanda al modello postale della comunicazione di Jakobson:

emittente -> codifica di contenuti già esistenti -> destinatario.

Teoria degli usi e delle gratificazioni: sottolinea il ruolo attivo del pubblico che usa il mezzo per soddisfare
dei bisogni. Inizialmente l’interesse principale delle ricerche era lo studio delle attese del pubblico per i suoi
effetti sull’audience; successivamente ci si è interessati anche ai meccanismi cognitivi che vi sono alla base.
Il testo va dunque considerato nell’analisi nella sua interezza.
Il significato è il risultato della negoziazione tra testo e spettatore.

- pubblico.

In Gran Bretagna negli anni ’50 si affermano i cultural studies. Alla loro base vi è l’interesse per forme popolari di espressione della cultura (musica, fiction, tv, ecc.), considerata ora cultura a tutti gli effetti e oggetto di ricerca scientifica. Nella ricerca si tiene conto dell’ambiente socio-culturale, delle condizioni economiche e sociali di produzione, degli stili di vita. Alla base di queste teorie vi sono degli assunti fondamentali:

1. esistono norme costitutive del viver sociale;
2. il linguaggio ha funzione costitutiva, ossia è uno strumento per rappresentare il reale;
3. il linguaggio fonda l’identità del soggetto;
4. i desideri sono costruiti socialmente e il consenso delle masse ha un fondamento linguistico-culturale.

Corollario di questi assunti è il ruolo ideologico che i media rivestono nella società.
Nella produzione del messaggio -ossia nella codifica attraverso una lettura preferita del prodotto -si tiene conto degli interessi ideologici, economici politici della cultura egemonica.
Il senso si costruisce nelle relazioni tra codifica e decodifica (si parla di encoding/decoding model).

Testo, contesto, discorso
La CDA offre un’analisi di tipo qualitativo, considera quindi i contenuti impliciti ed i rapporti tra testo e contesto. Nel contesto sono compresi gli elementi della situazione pragmatica ed enunciativa coinvolti nella produzione e nell’interpretazione; le relazioni e i rimandi espliciti o impliciti che ogni testo intrattiene con altri testi (intertesti) o con se stesso (cotesti). Ogni evento comunicativo si inserisce in un ordine del discorso, ossia l’insieme di tutti i tipi di discorso legati ad un’attività sociale. Può comprendere diversi generi testuali. L'’ordine del discorso mediale è legato alla specificità della comunicazione che si effettua attraverso un mezzo (quindi alle sue caratteristiche tecniche e dalla sua valenza socioculturale). Tra le proprietà della comunicazione di massa è rilevante la dislocazione, ossia la distanza spazio-temporale tra emittente e ricevente. Basti pensare che la produzione del messaggio appartiene alla sfera pubblica, mentre la ricezione generalmente a quella privata. Quindi, secondo Fairclough, i media hanno la caratteristica fondamentale di gettare un ponte tra le due.
Gli effetti sul discorso mediale sono vari:
- prevalenza della componente emotiva su quella informativa, anche in ambiti “seri”;
- confini labili tra realtà e finzione;
- pratiche discorsive tipiche di ordini molto diversi tra loro;
- pubblico considerato come consumatore;
- mescolanza di generi ed uso non congruente all’argomento trattato.

Gli effetti si vedono anche sul linguaggio, con l’adozione di uno standard semplificato, colloquiale che deriva dall’avvicinamento delle due sfere (pubblica e privata). Una seconda conseguenza è la personalizzazione delle storie, ossia il grande risalto dato al personaggio, che porta ad un approccio emotivo. La comunicazione di massa avvicina e distorce i ruoli della comunicazione: infatti è una comunicazione diseguale, monodirezionale e priva di feedback tra emittente e destinatario. Un ulteriore problema è quello dell’accesso, che riguarda la selezione degli argomenti da mettere in risalto, approfondire, ecc. Queste scelte comunicative denunciano, secondo la CDA, le prospettive ideologiche e di potere che sottendono i testi mediali. Del resto è innegabile il problema della sussistenza dei media e la necessità di rispondere a leggi di mercato: questo porta alla nascita di generi come l’infotainment (information + entertainment) e simili, che rispondono alle esigenze dell’audience.

Tratto da IL DISCORSO DEI MEDIA di Sara Consonni
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