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Il positivismo e l’educazione

Contesto → Pur non essendo una filosofia o un’ideologia organica, il Positivismo presenta alcuni tratti comuni: la convinzione dell’inizio di un’epoca di grande progresso, l’idea che la conoscenza della realtà materiale e sociale debba fondarsi sul reperimento dei fatti e sulla loro generalizzazione in leggi, la fede che la scienza e la tecnica siano gli strumenti per un miglioramento collettivo. Lo scenario storico è quello di un lungo periodo di pace europea, in cui si afferma su scala mondiale il modello economico capitalistico. Gli  effetti sociali sono =>  aumento della popolazione, incremento delle città e dei trasporti, trasformazione dei modi di vita grazie ai progressi scientifici e alle loro applicazioni tecnologiche.
L’indiscussa fiducia nei poteri della scienza e nell’efficacia della ricerca scientifica produce un vero e proprio Scientismo, che da origine a nuovi atteggiamenti metafisici. Abbiamo inoltre l’apogeo della borghesia, ma contemporaneamente si fa più incalzante il problema dell’inserimento delle masse proletarie impiegate nell’agricoltura e nell’apparato industriale nel nuovo quadro sociale, al quale corrisponde il delinearsi di un modello ideologico socialista alternativo ai valori dominanti.
La pedagogia dovrà dunque schierarsi a favore dell’una o dell’altra visione sociale. L’età del positivismo è inoltre portatrice di nuovi problemi educativi. La richiesta sempre più consapevole di formazione del cittadino in accordo con i valori dominanti e di aumento della cultura di base, con la conseguente scolarizzazione di massa, porta con sé la necessità di una scienza rigorosa dell’educazione. Il positivismo vuole ancorare la pedagogia al fatto e al dato scientifico; diviene quindi prioritario rifondare scientificamente l’apparato teorico e pratico della pedagogia in collegamento con gli altri saperi dell’uomo e ridefinire i percorsi formativi sulla base di una fiducia di sapore illuministico nella capacità dell’educazione di diventare attraverso la scuola, motore del progresso sociale.

Tratto da CULTURA PEDAGOGICA - LA STORIA di Selma Aslaoui
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