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Studi osservazionali in epidemiologia


orientati a mettere ordine nell’osservazione intelligente di ciò che accade senza manipolazione della realtà. Si suddividono in: descrittivi – analitici – trasversali – caso/controllo – di coorte
1)    descrittivi (di correlazione o ecologici): l’unità di studio è la popolazione (dati aggregati), si ottengono andamenti generali dei fenomeni e si possono comparare la frequenza di una malattia tra diversi gruppi, nello stesso periodo di tempo o all’interno della stessa popolazione in momenti diversi. Non è possibile accertare l’esistenza di un legame  a livello individuale tra esposizione/effetto; sono utili perchè facili e veloci da costruire, per far nascere nuove idee. I risultati di questi studi evidenziano linee di tendenza che portano ad affermare l’esistenza di una possibile correlazione tra un fenomeno e un’esposizione.
2)    Trasversali: analisi nella popolazione di un fenomeno in un preciso istante, coglie insieme l’evento ed esposizione ipotetica. È però impossibile cogliere la sequenza tra esposizione/fattore di rischio come nella soia naturale. Utile per costruire ipotesi di lavoro e per impiantare studi più complessi. Per es. censimento.
3)    Studi caso/controllo: usa gli individui come unità di ricerca; include si persone con una malattia che non colpite da quella malattia e simili per altre variabili. Utile nei primi stadi di conoscenza.
4)    Studi di coorte: utilizza gli individui come unità di analisi e li classifica rispetto all’assenza – presenza dell’esposizione ad un determinato fattore e poi li segue per il tempo che ritiene necessario a sviluppare l’evento – malattia. Segue il verso corretto dell’osservazione, permette un calcolo diretto dell’incidenza dell’effetto dei gruppi a confronto.

Tratto da EPIDEMIOLOGIA di Antonella Bastone
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