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Aspetti iatrogeni della psicofarmacoterapia


Gli psicofarmaci determinano spesso effetti indesiderati di diversa natura e gravità, transitori o persistenti, reversibili o irreversibili che possono consistere in patologia iatrogena che si sovrappone al disturbo di base. È necessaria una condotta psicofarmacologica razionale che parta da un’accurata valutazione e considerazione delle caratteristiche del paziente, del farmaco e che si articoli nel tempo con riferimento costante e preciso al criterio di massima sicurezza.
Disturbi iatrogeni a carico di vari organi, sistemi, apparati: soprattutto in anziani e soggetti cardiopatici, alcuni psicofarmaci possono causare cadute e traumi, complicanze varie. Necessità di controlli ECG e cardiologici nei soggetti cardiopatici e in qualsiasi paziente che in corso di trattamento riferisce sensazioni di vertigini, irregolarità nel battito cardiaco. Tra gli altri disturbi:
-    Apparato digerente: secchezza bocca, alterazione della secrezione, nausea, vomito, difficoltà digestive, dolori addominali, febbre
-    Apparato genito-urinario: difficoltà nella ritenzione urinaria, sete intensa, aumento diuresi, disturbi alla sfera sessuale (calo interesse, riduzione libido, potenza sessuale, impotenza)
-    Disturbi matabolici: alterazione del ciclo mestruale, disturbi tiroidei, scompensi diabetici, aumento peso
-    Dermatologici, oftalmologici: aumento/riduzione globuli bianchi, disturbi nella pigmentazione della pelle, perdita capelli, aumento diametro pupillare, sdoppiamento immagini

Tratto da IGIENE MENTALE. PSICHIATRIA E PREVENZIONE. di Antonella Bastone
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