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Igiene mentale e lavoro


Lavoro e identità psicosociale: nella nostra società le vicende connesse all’attività lavorativa hanno un ruolo fondamentale per la costruzione  e senso dell’identità, dell’equilibrio psichico degli individui che vi appartengono (per identità si intende la figura introiettata che è rimasta come elemento stabile della propria personalità); la posizione di un individuo all’interno del sistema sociale, le sue condizioni economiche e prestigio di cui gode dipendono in primo luogo dal lavoro che svolge). Ad ogni posizione sociale corrispondono ruoli diversi (aspettative altrui, obblighi).
Erikson distingue identità personale (il senso soggettivo di continuità esistenziale e di memoria coerente) e psicosociale (prodotto dall’interazione tra elementi soggettivi e oggettivi, fra storia individuale e realtà sociale). Importanza del mantenimento dell’equilibrio: se c’è eccessiva discrepanza si verifica una crisi d’identità che può portare a psicosi.
Grimberg individua 3 fattori dell’identità: spazio (sia quello esterno che quello occupato dal nostro corpo; sentirsi sradicati=perdere l’identità, ossia anomia), tempo (il sentimento d’identità si mantiene nonostante il passare del tempo che produce modificazioni fisiche e psichiche), integrazione sociale (ognuno di noi ha bisogno di sentirsi in relazione con gli altri, il gruppo sociale attribuisce ruoli inerenti alla propria collocazione sociale, questo dà sicurezza e senso di appartenenza).
Nel sentimento d’identità c’è un paradosso: bisogno di sentirsi unici e contemporaneamente uguali agli altri; in passato l’identità era stabile anche perché la vita durava meno. Oggi si parla d’identità narrativa: in nessun momento della vita si raggiunge un livello d’integrazione sociale stabile e definitivo, c’è maggior insicurezza. Il senso d’identità è precario, se non è raggiunto si prova disistima, disagio psichico.
Ruolo dei mutamenti: dalla rivoluzione industriale la famiglia non è più la struttura attorno cui si organizzano le attività lavorative e i rapporti sociali: concentrazione in unità produttive sempre più grandi con conseguenze demografiche, urbanistiche, ecologiche. L’ambiente di lavoro è l’habitat in cui il lavoratore trascorre molte ore della giornata, in cui vive esperienze interpersonali, esperienze sociali e culturali che possono modificare la sua visione del mondo e immagine di sé.
Rapporti tra caratteristiche dell’organizzazione del lavoro nella fabbriche e uffici e rischio psicopatologico: si accentua la scomposizione del lavoro (chi progetta, chi esegue), introduzione di macchine in grado di eseguire attività prima fatte manualmente, le mansioni operative diventano più parcellizzate e ripetitive (ritmi umani dipendenti dalle macchine). Il livello massimo di frammentazione è l’organizzazione scientifica del lavoro di Tylor: le modalità d’esecuzione dei compiti non sono decise dai lavoratori, ma da tecnici che decidono arnesi più adatti, movimenti più efficaci per ottenere il massimo rendimento nel minor tempo possibile (nuova e netta divisione tra lavoro manuale-mentale). La parte mentale è affidata ad uno staff direttivo che prepara modi e tempi per l’esecuzione dei compiti a cui gli operai devono fare riferimento, controllo rigidissimo sui lavoratori, obbligati ad assumere posizioni predeterminate, movimenti secondo regole prestabilite e tempi fissi con ritmo costante imposti dall’esterno. Modello che si è diffuso moltissimo nei paesi industrializzati, consente un enorme inserimento di masse di operai, non qualificati/acculturati, rigidissima disciplina anche nel lavoro d’ufficio.
Dal punto di vista dell’igiene mentale il taylorismo comporta costi umani elevatissimi:
-    Fatica: lavoro ripetitivo e monotono produce una fatica fisica particolare, uso dei soliti muscoli, mantenere la stessa posizione
-    Logorio psicofisico: noia e ansia legate a compiti privi di significato in cui non si può fare errori, eseguiti in modo totalmente passivo, di munizione dell’autostima (i lavoratori si vedono come prolungamento della macchina senza possibilità di ribellione, l’unica gratificazione è economica. Possibilità di depressione che si esprime in sintomi fisici con unica soluzione farmacologia
-    Carattere: amarezza, sconforto, sensazione d’impotenza, aumento tendenze autoritarie in famiglia

Attualmente programmi computerizzati (molti operai svolgono compiti di sorveglianza di attività automatizzate) ma non è stato eliminato il taylorismo: operai del terminale (utilizzatori delle tecnologie, compiti di pura sorveglianza o applicazione passiva di programmi). Per es. nel settore informatico: sintomi psicologici e psicosomatici, introduzione di tecnologie informatiche riduce le interazioni faccia a faccia e aumenta il numero di comunicazioni attraverso il terminale con maggior isolamento e disagio. Necessità di permettere l’espressione degli stili cognitivi, cogliere l’esperienza originaria dei soggetti, comunicare con il loro modo d’essere. Tutti i diretti interessati devono poter esprimersi pienamente con potere decisionale in sede proposta.

Tratto da IGIENE MENTALE. PSICHIATRIA E PREVENZIONE. di Antonella Bastone
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