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Igiene mentale nella scuola

Igiene mentale nella scuola


Per la sua funzione formativa, di socializzazione, interscambio giovani-adulti, è un ambito privilegiato d’indagine e intervento dell’igiene mentale per favorire e promuovere il corretto sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Grande influenza del docente sull’allievo /deve esserne cosciente). Per riconoscere problematiche inconsce, maggiore comprensione di sé e correzione della condotta >(importante momento di prevenzione).
Scuola: soprattutto impegnata ad elaborare principi e operazioni su cui fondare abilità pratiche e relazioni interpersonali, tendenza a imporre comportamenti appropriati piuttosto che suggerimenti specifici e concreti.
Docenti: la professionalità si traduce quasi esclusivamente nella padronanza di tecniche senza giungere a competenze sui processi di sviluppo e apprendimento: capacità di adottare, scegliere, costruire percorsi per la trasmissione di saperi e per codificare i comportamenti, leggere i bisogni degli allievi.
Necessità di: attenzione al vissuto psicofisico, favorire e stimolare l’apprendimento nella produzione di concetti e saperi (attenzione più che agli aspetti tecnici a fenomeni transferali del bambino e adolescente, al loro bisogno di protezione e guida, alle dinamiche del gruppo classe, tratti psicologici del singolo allievo, situazioni di handicap, integrazione culture diverse, educazione alla salute, adattamento sociale. Necessaria preparazione psicopedagogica e capacità di revisione critica dei propri metodi (presa di coscienza delle proprie tendenze e limiti).
Rischio di controeducazione: la relazione con la classe pregiudicata dal vissuto con l’insegnante (è la premessa per squilibri cognitivo-affettivi)
Il bambino e il ragazzo sono rappresentazioni cariche di risonanze emotive e possono smuovere ciò che di infantile è rimasto nell’inconscio del maestro; per es:
-    conflitto di autorità: privo della sicurezza necessaria, evita la messa in discussione del proprio metodo d’insegnamento e personalità (il rapporto con gli allievi è determinato solo dai risultati scolastici)
-    aggressività: dovuta a pulsioni regressive represse anziché elaborate, si manifesta con razionalizzazione, scarsa tolleranza allo stress, difettosa capacità di adattamento ai bisogno (sarcasmo, critica, pregiudizi)
-    omosessualità latente: quasi relaizoni affettive-spirituali con individui dello stesso sesso, è una relazione pedagogica scarsamente produttiva perché allontana l’allievo da esperienze vitali per la sua età o dall’altro sesso.
-    Altre situazioni tipiche: mancata identificazione nel ruolo professionale, effetto Pigmalione (crea l’alunno a suo piacimento, lo plasma), effetto alone (attribuire lo stesso voto a tutte le prove).

La scuola deve trasformare obiettivi e strumenti per recuperare il suo potere di attrarre e motivare, superare la frammentarietà di esperienze diverse conoscitive e culturali, programmare modalità e tempi, risolvere problemi in itinere nell’ottica della formazione permanente (funzione strutturalmente connessa al lavoro quotidiano che riflette e modella la pratica operativa). L’educatore deve avere delle solide competenze psicorelazionali (per es. saper affrontare soggetti problematici). Lo scacco scolastico ripetuto spesso rappresenta il sintomo di un conflitto psichico profondo o nevrosi.
Altro ambito dell’igiene mentale è il periodo universitario (adolescenza protratta): conflitto autonomia/indipendenza, spinte di autoaffermazione/reali difficoltà.

Tratto da IGIENE MENTALE. PSICHIATRIA E PREVENZIONE. di Antonella Bastone
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