L’educazione sessuale a scuola

Ripropone la centralità esistenziale della sessualità e del suo esercizio; nella nostra cultura ogni discorso sulla sessualità è stato influenzato dalla rigida normativa sociale, frutto di preconcetti e pregiudizi, deviati da influenze religiose e morali comune per cui la sessualità compiuta è quella a fini procreativi. Per es. speculazione cristiana: regolazione repressiva (identificazione sessualità/colpa).
Psicoanalisi: la sessualità non coincide con l’attività riproduttiva, esiste la sessualità infantile con un’evoluzione connessa alla diversa distribuzione delle zone erogene. La sessualità è un’ampia e importante area relazionale tra mondo interno ed esterno, concorre al completamento della persona, al superamento dell’individualismo. Il sesso non è un elemento isolabile, ma parte integrante dello sviluppo globale della personalità.
Nonostante la necessità di una valida educazione sessuale la scuola ha risposto in termini parziali, ambigui, riduttivi: fornire informazioni ampie, scientifiche, attendibili, non censurate, adatte all’età degli alunni, indicarne i problemi morali; non è necessario ricorrere ad esperti, ma partecipazione di tutti i docenti all’informazione all’interno di un normale lavoro scolastico, necessità di informazione sessuologica di base per gli insegnanti, uso di bibliografie minime, contenuti sull’educazione corporea, fisica, storico-antropologica, sociologica, diritto (legislazione matrimoniale, pornografia, prostituzione), filosofia, elaborazione progetti comuni con ASL ed enti sanitari.
Affrontare problemi comuni come la masturbazione (normale tappa dello sviluppo sessuale, gli unici danni possono essere le colpevolizzazioni indotte), contraccezioni (garantire conoscenza scientifiche), aborto.
Una valida educazione sessuale può costituite un efficace strumento di prevenzione del disagio.