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Lo stress lavorativo


Anni 40: distinzione tra fatica soggettiva (situazione in cui il soggetto esprime il suo disagio lavorativo attraverso una caduta di efficienza senza individuare criteri oggettivi di fatica) e oggettiva (x es. ambiente fisico, tecnologie usate..)
Considerare i caratteri psicologici: monotonia lavoro, senso di appartenenza o alienazione…
Gli agenti stressanti sono tali in quanto si collocano nell’interfaccia individuo/ambiente.
Modello di Cooper/Marshall (1978), analisi fonti di stress:
•    fonti intrinseche al job: fattori fisici/ambientali che possono incidere negativamente sul rendimento, efficienza e concentrazione
•    ruolo dell’organizzazione: ambiguità di ruolo (mancanza di chiarezza nel compito) e conflitto di ruolo (richieste incompatibili)
•    sviluppo di carriera: ambizioni deluse, competitività
•    relazioni di lavoro: incongruenza della posizione (ruolo non desiderato), densità sociale (spazio di vita insufficiente), personalità abrasiva (colleghi freddi e insensibili), stile leadership
•    struttura e clima organizzativo

occorre non separare il livello biologico, intrapsichico e ambientale; tra individuo/ambiente esiste uan relazione circolare da cui scaturiscono diversi stati di equilibrio e squilibrio. La valutazione della minaccia è determinata sia da fattori propri del soggetto (pensieri, atteggiamenti..) che ambientali. La reazione è importante perché ha ripercussioni sulle abilità future.





Tratto da STRESS E BURNOUT di Antonella Bastone
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