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L’economia politica della legittimità e della coercizione


Vi sono poche democrazie con un basso livello di sviluppo socioeconomico e molti sistemi politici con un alto livello di sviluppo socioeconomico sono democrazie. Tuttavia la maggior parte dei tentativi moderni di transizione si sono svolte in paesi caratterizzati da un medio livello di sviluppo. Tale relazione tra sviluppo e probabilità che venga creato un regime democratico non ci dice molto su quando, come e se vi sarà una transizione.
Se si utilizza un quadro analitico che combini politica ed economia e ponga particolare attenzione alla legittimità si possono fare considerazioni significative. Per la teoria della transizione le tendenze economiche di per sé sono meno importanti della percezione delle alternative, delle critiche nei confronti del sistema e della fiducia nella legittimità da parte di significativi segmenti della popolazione o dei maggiori attori istituzionali. Per quale ragione?
Per i teorici  politici che assumono l’esistenza di una stretta relazione tra economia e stabilità del regime, solide condizioni economiche sembrerebbero aiutare qualsiasi tipo di regime. Non siamo conviti che tale considerazione sia inattaccabile teoricamente e empiricamente. Ci sono motivi per cui una crescita economica potrebbe erodere un regime non democratico. Non vediamo alcuna ragione per cui una sostenuta crescita economica potrebbe erodere un regime democratico. Il tipo di regime può fare una grande differenza. Molti regimi non democratici sono originalmente difesi dalle elite dello stato e dai loro alleati economici in quanto necessari per le eccezionali difficoltà che il sistema politico si trova a fronteggiare. Così soprattutto in un regime autoritario, una prolungata prosperità economica può erodere le basi di giustificazione del regime riferite alle circostanze eccezionali. Un prolungato successo economico può contribuire alla formazione della percezione secondo cui le misure coercitive eccezionali del regime non democratico non sono più necessarie e possono persino indebolire la solidità della nuova prosperità economica. Una prolungata crescita economica può anche contribuire a mutamenti sociali che aumentano i costi della repressione e facilitare così indirettamente la transizione alla democrazia. Di solito una prolungata espansione economica contribuisce alla crescita della classe media, di una forza lavoro più qualificata e più richiesta, espansione dell’istruzione, maggior contatti con altre società attraverso la tv, radio e turismo e ad una gamma più diversificata di possibili proteste. Vi sono notevoli prove empiriche indicanti che entro un dato territorio, incrementi della ricchezza regionale aumentano le aspettative dei cittadini di essere trattati bene dalla polizia.

Tratto da TRANSIZIONE E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO di Filippo Amelotti
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