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Morfologie legate a variazioni di temperatura

Morfologie legate a variazioni stagionali di temperatura

Geliflussi: terreno che stagionalmente viene sottoposto a gelo-disgelo; il materiale saturo d’acqua tende a defluire in un creep (movimento lento) definito movimento di geliflussione, mentre il terreno sottostante è ancora congelato. Si sviluppano su pendenze dell’ordine di 5-30°. Il punto di maggior velocità è in superficie e diminuisce progressivamente verso il fondo. I calcescisti sono rocce che si disgregano facilmente formando clasti; su questa roccia si formano facilmente dei lobi di geliflusso.
E’ facile confondere una morfologia di questo tipo da una frana, ma la differenza è che essendo il geliflusso un movimento lento non rovina la cotica erbosa mentre una frana lascia dietro di se una scia di vegetazione distrutta. Inoltre in sezione un lobo di geliflusso è costituito da un deposito eterogeneo, non stratificato e a supporto di matrice; i clasti sono isoorientati con asse di allungamento parallelo alla direzione di movimento.
In terreni particolarmente adatti i lobi di geliflusso possono essere molto numerosi (decine/km2), tanto da risultare spesso coalescenti.
I fenomeni di geliflusso possono assumere morfologie di tipo “laminare”(ampi, a volte si sovrappongono) oppure a “lingua”o a “lobo”.
Blocchi aranti: come i geliflussi si sviluppano a seguito del periodico scioglimento dello strato superficiale del terreno; in questo caso il peso del blocco spreme verso il basso il terreno saturo d’acqua lasciandosi alle spalle un solco più o meno profondo. Possono svilupparsi anche sulla superficie di soliflussi di pochi decimetri di spessore.
Block stream: simili a quelli del Massiccio di Lanzo ma a quota più elevata; il ghiaccio si sviluppa “cementando ” i clasti e movimentandoli singolarmente uno rispetto all’altro (crioclastismo e crioselezione).

Morfologie legate a variazioni a lungo termine di temperatura

Rock glacier: si sviluppano a seguito del flusso (creep) di materiale detritico misto ad abbondante ghiaccio interstiziale; se la T dell’acqua di sorgente alla base è ≈ 0° il rock glacier è attivo e presenta una fronte acclive, non vegetata e composta di materiale umido. Le morfologie sinuose osservabili alla base di pareti rocciose in cui vi è un’abbondante produzione di materiale detritico grossolano sono il risultato di diversi rock glaciers coalescenti.
Gli elementi morfologici più caratteristici dei rock glaciers sono:
-la forma lobata o linguoide della coltre detritica;
-le rughe ad andamento concentrico o subparallelo che evidenziano il movimento di flusso sviluppato all’interno dell’impasto di ghiaccio e detrito;
-le depressioni chiuse che spesso si osservano nel corpo del rock glacier;
-la scarpata terminale che evidenzia lo stato di attività del fenomeno.

Il  grado di attività di un rock glacier può essere definito in base all’ aspetto generale (morfologia “rigonfia”), alla morfologia della fronte (ciglio della scarpata netto o smussato),  alla presenza di copertura vegetale, al grado di lichenizzazione dei blocchi, alla temperatura delle sorgenti, all’interferenza con le strutture antropiche.

Tipologie di rock glacier

1. Rock glacier formato al di sotto di una falda detritica per graduale sviluppo di ghiaccio interstiziale che cementa i frammenti rocciosi ( talus-derived rock glacier). Il movimento di creep si sviluppa a spese del livello ricco in ghiaccio.
2. Rock glacier che si sviluppa a partire da ghiaccio di ghiacciaio sopravvissuto allo scioglimento poiché completamente coperto da detrito ( debris-derived rock glacier).

Nivomorene o protalus rampart

Nivomorene o protalus rampart sono costituite da cordoni detritici rilevati di alcuni metri e con un andamento sinuoso che ricalca l’andamento delle curve di livello. Si sviluppano alla base di falde e conoidi detritici coperti da glacionevai o nevai  permanenti per distacco e progressivo di blocchi e clasti.

Tratto da GEOMORFOLOGIA E RILEVAMENTO GEOLOGICO di Marco Cavagnero
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