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I pilastri di Mill: libertá individuale e democrazia


9.1 Mill, sulla scia di Tocqueville, soprattutto in On Liberty, intende integrare libertà e democrazia per evitare il dispotismo della maggioranza: pertanto, sono necessari dei limiti all’azione dell’opinione pubblica e all’intervento della società nell’ambito della sfera della libertà individuale, che può avvenire solo per tutelare la società stessa e per impedire al singolo di nuocere agli altri. L’individuo è sovrano, in primo luogo su se stesso, e questa libertà si esplica in libertà di coscienza, possibilità di scegliere tendenze e occupazioni, libertà di associazione.

9.2 Un ruolo fondamentale è svolto dalla possibilità di contraddire: una società che rispetti l’individuo non può presumere che la propria opinione sia giusta se non la sottopone al giudizio critico degli altri, sempre a patto che la libertà di contraddire sia supportata da corrette valutazioni e non da critiche astratte e inconcludenti (si rifà, qui, a Cicerone). È questo il motivo, ad esempio, per cui in ogni Paese ci dovrebbero essere almeno due partiti opposti capaci di contrastarsi (nell’ambito di certi limiti) per garantire il progresso di un popolo.

9.3 Se è vero che la libertà individuale deve essere limitata quando può danneggiare gli altri, è anche vero che, nel mondo moderno, il principale pericolo deriva dall’eccessiva interferenza della società nella sfera personale degli individui, tanto da portare l’uomo a uniformarsi alla massa e a perdere la propria originalità. Solo educando l’individualità si può giovare al miglioramento del genere umano, ma sempre più spesso accade che lo Stato tenda a indebolire le capacità individuali e a limitare lo sviluppo intellettivo individuale (si pensi all’istituzione di un’istruzione statale).

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