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Luigi XIV: la via francese allo stato moderno


Luigi XIV, il re sole, nacque nel 1638 da Luigi XIII e Anna d’Austria ed ereditò la corona di Francia all’età di 5 anni. Assunse il potere nel 1661 dopo la morte di Mazarino e morì nel 1715. Egli avviò un processo di consolidamento dello stato moderno che coinvolse il governo del territorio, la politica economica, la politica internazionale.
Società e stato: essendo la Francia una delle prime realtà demografiche in Europa il governo del territorio costituì la questione più importante per il sovrano. Dei 20 milioni di abitanti francesi, i 4/5 circa vivevano in campagna ma la Francia era lo stato europeo più dotato di città di media grandezza. Villaggi e città facevano parte di province territoriali unificate in uno stato-nazione ma diverse sia per usi e tradizioni che per il peso delle istituzioni  e rappresentanze locali. La diversità era formalizzata nel riconoscimento da parte del sovrano nella distinzione tra pais d’election e pays d’etat: i primi ricadevano sotto l’amministrazione giudiziaria e fiscale dello stato, i secondi erano rappresentati da stati provinciali che godevano di amplissimi poteri e potevano contrattare con la corona il carico fiscale. I ceti dominanti della società francese erano le nobiltà, divisa tra antica e moderna. Merito di Luigi XIV e dei suoi ministri fu di aver portato a compimento il disegno di concentrazione del potere e di ridimensionamento della potenza della antica aristocrazia. I grandi del regno sotto Luigi XIV furono estromessi dal consiglio del re. Inoltre ridimensionò i poteri dei grandi governatori di provincia. Mentre per quanto riguarda la nobiltà moderna Luigi incentivò attraverso il conferimento di molti titoli la nobiltà di toga e d’ufficio. Questa nobiltà fu molto importante nel governo francese nell’epoca di Luigi XIV.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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