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Martin Lutero


Lutero (1483-1546) vestì l’abito monacale nell’ordine degli agostiniani. Non ha lasciato un’opera nella quale si possono rilevare i fondamenti della sua dottrina. Il problema intorno a cui si arrovella il monaco è la giustizia di Dio. Parte dalla distanza tra la santità di Dio e la sua volontà, e la condizione umana macchiata dal peccato originale. La conseguenza è l’assoluta dipendenza dell’uomo da Dio e l’inutilità di tutte le azioni e opere buone compiute dall’uomo. Le Scre Scritture, l’esperienza mistica e la tradizione spingono Lutero verso una soluzione del problema: l’uomo è peccatore nella sua condizione originaria e nella sua vita quotidiana ma giusto nella fede di Dio e nella speranza di potersi salvare tramite l’annullamento nella sua volontà. Il principio della giustificazione mediante la fede è il cardine della dottrina luterana.
1517 - Lutero scrive le 95 tesi di Wittemberg. Vengono affisse alle porte della chiesa del castello di Wittemberg Gli elementi importanti delle tesi che ebbero una straordinaria diffusione sono i motivi della differenza tra la teologia cattolica e la teologia luterana e l’efficacia dello stile polemico e popolare. Ebbero fortuna grazie alla diffusione della stampa. In esse vi è la critica alla pratica delle indulgenze (inducono a essere sicuri di sé e mettere in pericolo la salvezza e inizia a incrinarsi la dottrina della mediazione ecclesiastica.
Tra la fine 1517 e l’inizio del 1518 le tesi sono stampate in molte città della Germania, della Svizzera e di altre parti d’Europa: la loro risonanza è enorme.
Gli scritti più importanti dal 1519 in poi sono “Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca”, un forte appello ai principi e all’aristocrazia che fa leva sulle esigenze di riorganizzare la chiesa su base locali; “la cattività babilonese della chiesa” in cui si nega valori e sacramenti al di fuori del battesimo e dell’eucarestia; “della libertà del cristiano” in cui è rivendicato il libero esame delle sacre scritture ed è negato il valore delle buone azioni ai fini della salvezza. In queste 3 opere sono contenuti i 2 cardini della riforma luterana:
la fine della mediazione ecclesiastica e il principio del sacerdotio universale. Lutero contesta al papato la prerogativa di essere depositario della vera e unica interpretazione delle sacre scritture. Non c’è più bisogno della mediazione tra Dio e l’uomo
La nuova dottrina dei sacramenti: Lutero elimina quei sacramenti che presuppongono la mediazione ecclesiastica e ripropone solamente il battesimo che dona la grazia attraverso la fede e l’eucarestia in quanto memoria del sacrificio della croce

1520 - papa Leone X con la bolla Exsurge Dominae condanna 41 proposizioni di Lutero minacciandone la scomunica se entro 60 giorni non ritratta ma egli brucia la bolla in piazza Wittenberg.
1521 - una bolla del papa Leone X pronuncia la scomunica. Intanto la dottrina luterana si diffonde in vaste aree della Germania: tutte le gerarchie e i ceti sociali ne sono coinvolti grazie alla semplicità e alla duttilità del messaggio luterano. Tra il 1519 e il 1520 i fondamenti della riforma incontrano straordinaria fortuna, l’intervento dell’attività ecclesiastica non è più sufficiente ma ha bisogno del supporto dell’autorità politica.
1521: si riunisce la dieta di Worms alla presenza dell’imperatore Carlo V, dell’inquisitore della Germania Alberto di Magonza, dei Nunzi pontifici. Ma l’alleanza tra potere secolare e potere ecclesiastico per la repressione del riformatore non raggiunge il suo fine. L’esito è debole per la Roma: il frate viene messo al bando la dottrina è condannata come eretica.
 Tra il 1521 e il 1522 c’è un’importante traduzione di Lutero e  del nuovo testamento. In quegli anni vi è anche la sistematizzazione della dottrina a opera di Filippo Melantone denominato l’ombra di Lutero

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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