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STRATIFICAZIONE, CLASSI SOCIALI E DISUGUAGLIANZE GLOBALI


La disuguaglianza sociale è la distribuzione ineguale di risorse economiche, sociali, politiche e culturali all’interno di un determinato contesto sociale. Tra gli individui esiste un’asimmetria dovuta ad avere capacità differenti  per ragioni generiche e per il modo in cui è strutturata la società.

La disuguaglianza interna ai singoli paesi è in relazione con la disuguaglianza globale, che consiste nelle differenze di ricchezza e potere tra i paesi del mondo. Un paese più sviluppato produce più beni e di conseguenza gli abitanti avranno un tenore di vita più alto rispetto agli abitanti di altri paesi meno sviluppati. Più un paese è ricco più avrà potere rispetto agli altri paesi più poveri. La distribuzione globale del reddito è estremamente ineguale.

Il livello del reddito di un paese viene calcolato in base a molti fattori:
• Aspettativa di vita e salute: l’aspettativa di vita degli abitanti dei paesi più poveri è inferiore rispetto a quella dei paesi più ricchi. I paesi poveri hanno alti tassi di mortalità infantile
• Abitazione: gli abitanti dei paesi poveri vive in baraccopoli, abitazioni instabili e precarie, senz’acqua e senza servizi igienici, dove si diffondono malattie
• Istruzione: molti abitanti dei paesi poveri sono analfabeti poiché la scuola non è garantita e i bambini iniziano a lavorare in giovane età

Il numero di coloro che vivono in povertà assoluta è diminuito grazie alla crescita economica di Cina e India, ma in Africa la povertà rimane.
La povertà, la disperazione e la disuguaglianza favoriscono l’instabilità e il conflitto in diverse parti del mondo, dando origine a delle situazioni che in alcuni casi hanno portato al coinvolgimento militare.
I livello più elevati di disuguaglianza si riscontrano in  America centrale e meridionale e nell’Africa meridionale. In queste zone una piccola élite controlla risorse limitate, mentre la maggior parte della popolazione vive in povertà.

Oggi la maggior parte dei sociologi hanno individuato due grandi cause della disuguaglianza globale: la cultura (spiegata nella teoria della modernizzazione) e il potere (spiegata nella teoria della dipendenza)

La teoria della modernizzazione attribuisce la disuguaglianza alle differenze culturali tra i paesi. In base a questa teoria alcune società avrebbero resistito all’industrializzazione perché preferivano mantenere stili di vita tradizionali anziché adottare nuove tecnologie. Di conseguenza si venne a creare un divario economico sempre più ampio tra i paesi industrializzati e quelli definiti “in via di sviluppo”.

La teoria della dipendenza attribuisce la disuguaglianza globale allo sfruttamento dei paesi poveri da parte di quelli più ricchi. Questa teoria individua l’origine della sempre maggiore disuguaglianza globale nell’intensificazione delle scoperte, dei viaggi e del commercio internazionale che ebbero inizio cinque secoli fa.
La forma più visibile di competizione globale fu il colonialismo, ovvero l’utilizzo del potere militare, politico ed economico da parte di una società per dominare i membri di un’altra società, quasi sempre per trarne un beneficio economico. Le potenze europee usarono la propria forza militare per soggiogare altri popoli in tutto il pianeta. Gli stati coloniali esercitavano direttamente il controllo politico sulle proprie colonie con un’occupazione militare, imponendo la propria cultura. Tutti  questi paesi guadagnarono la propria indipendenza. Il colonialismo è stato sostituito dal neo- colonialismo, cioè un sistema di dominio economico sui paesi più poveri da parte dei paesi più ricchi senza l’uso del controllo politico e dell’occupazione militare. In un regime neocoloniale le ex colonie continuano a dipendere da un paese ricco per gli investimenti e di conseguenza i paesi ricchi hanno ancora una forte influenza.

Un altro approccio allo studio della disuguaglianza globale è la World System Analysis, che si concentra sull’interdipendenza tra i paesi che fanno parte di un unico sistema economico globale. I paesi sono suddivisi in tre gruppi a seconda della relazione che intrattengono con l’economia globale:
1. Paesi centrali: Stati Uniti,  Giappone, Canada, Europa occidentale.  Questi paesi, i più ricchi del mondo, sono al centro dell’economia globale. Quasi tutti i paesi centrali hanno tratto beneficio  dal colonialismo e continuano a dominare l’economia tramite le multinazionali e le istituzioni finanziarie globali
2. Paesi periferici: molti Stati dell’Africa e dell’America Latina e alcune zone dell’Asia. Sono i paesi più poveri e meno potenti del mondo, situati ai margini dell’economia globale.  Partecipano ad essa fornendo risorse naturali e manodopera a basso costo per le grandi imprese transnazionali
3. Paese semiperiferici: Cina, India, Pakistan, Argentina, Cile e Brasile. Questi stati dal reddito medio sono meglio integrati nell’economia globale rispetto a quelli periferici e hanno spesso una base industriale più solida

Le organizzazioni finanziarie globali hanno avuto una grandissima influenza sulle politiche economiche e sociali dei paesi più poveri. Le tre principali sono: la Banca Mondiale che fornisce ai paesi più poveri investimenti e prestiti per lo sviluppo, il Fondo Monetario Internazionale che fornisce assistenza finanziaria tecnica per promuovere la crescita economica e la World Trade Organization che regolamenta il commercio internazionale. Negli ultimi anni gli attivisti promuovono il “commercio
equo e solidale” che rispetta determinati standard lavorativi e ambientali. Questo ha portato a una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Un sistema di stratificazione può esser definito come l’insieme delle strutture e delle norme culturali che producono e mantengono le disuguaglianze sociali dislocando le persone in una gerarchia di gruppi che ricevono risorse diseguali. Tutti i sistemi di stratificazione condividono tre elementi fondamentali:
• Ineguale distribuzione delle risorse dotate di valore sociale e culturale
Le risorse ritenute preziose sono:
- risorse economiche (denaro, proprietà, terra)
- risorse umane (educazione, addestramento, capacità professionali)
- risorse culturali (conoscenze e abilità apprese mediante  il processo di socializzazione)
- risorse sociali (accesso a importanti network di persone)
- risorse di status (acquisizione, riconoscimento, mantenimento del prestigio)
- risorse civili (diritti di proprietà, contratti, voto, possibilità di esprimere il proprio pensiero)
- risorse politiche (riconoscimento ed esercizio dell’autorità nelle famiglie/nei luoghi di lavoro/nell’arena politica/nella vita sociale)
• Gruppi distinti di persone che formano strati sociali gerarchizzati basati su status ascritti (=posizione sociale assegnata a una persona indipendentemente dalla sua volontà, determinano sistemi di stratificazione rigidi/chiusi) o status conseguiti (=posizione da un individuo come risultato delle sue competenze/abilità, determinano sistemi di stratificazione aperti che rendono possibile la mobilità sociale, ovvero il movimento da uno status ad un altro)
• Ideologia che cerca di spiegare e giustificare le disuguaglianze esistenti
Il sistema di stratificazione fondato sulle classi sociali presenta meccanismi di inerzia (atti a riprodurre le distinzioni sociali che accompagnano e rinforzano le disuguaglianze economiche) e meccanismi di fluidità (strutture di opportunità attraverso le quali l’individuo può modificare la propria condizione).

La mobilità sociale come già detto è uno spostamento di un individuo da una posizione sociale all’altra ed è un fenomeno che permette cambiamenti all’interno della società. La mobilità sociale può essere:
• Verticale= movimento dalle posizioni più basse della piramide sociale a quelle più alte (mobilità ascendente dove si ottiene un miglioramento in termini di reddito e status) e viceversa (mobilità discendente dove si ha come conseguenza il peggioramento degli standard di vita)
• Orizzontale= passaggio di un individuo da una posizione all’altra nell’ambito dello stesso livello sociale, si tratta di spostamenti che non producono cambiamenti significativi rispetto alla  posizione sociale precedentemente occupata
• Intragenerazionale= mutamenti di posizione socio-economica sperimentati da un singolo individuo durante il corso della propria vita
• Intergenerazionale= focalizza il proprio interesse sul rapporto tra generazioni, rafforzando la posizione sociale raggiunta da un individuo con quella dela sua famiglia di origine

Tratto da SOCIOLOGIA GENERALE di Emma Lampa
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