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La dinastia Qing

Riorganizzate ed unite da Nurhaci nel 1616, le tribù Nuzhen della Manciuria vinsero la loro prima guerra contro la Cina già nel 1621, conquistando la pianura del Liaodong. Quindi Nurhaci si dedicò a mettere per iscritto la lingua mancese e a promuovere una profonda riorganizzazione del suo regno, rendendolo forte ed accentrato. Alla sua morte nel 1626, il figlio Abahai proseguì la lotta contro i Ming, ma a causa di una grave sconfitta dovette desistere. Si consolò invadendo la Corea nel 1627 e poi ancora nel 1637. Nel 1636 cambiò il suo titolo in imperatore Da Qing, palesando in questo modo la sua velleità di conquistare la Cina. Fu però suo figlio Shunzhi (1644-61) a realizzare il suo sogno, grazie al fortunato tradimento del generale Wu Sangui. 
Benché i mancesi fossero una dinastia straniera, il loro insediamento avvenne grazie ad un generale cinese, ed anche la loro stabilità a corte rimase per lungo dipendente dai successi dei generali cinesi che comandavano le loro truppe negli anni turbolenti della pacificazione del paese e della soppressione delle ultime resistenze Ming nel meridione: dove l’ultimo principe ereditario si arrese solo nel 1661. A determinare la sconfitta Ming fu soprattutto la divisione al loro interno e le ragioni economiche, come l’eccesivo latifondismo e l’evasione fiscale. Dopo questa data ci furono solo due grandi rivolte che avrebbero potuto spodestare i mancesi da Pechino: la prima scoppiò nel 1673, quando la decisone dell’imperatore Kangxi (il successore di Shunzhi) di rafforzare il potere centrale, determino l’insurrezione di Wu Sangui e di altri generali, che amministravano le loro province praticamente indipendenti dal potere centrale. Detta rivolta dei tre imperatori, essa rese incerto per lungo tempo l’esito finale dello scontro, fino a che nel 1681, le truppe Qing riuscirono finalmente ad avere il sopravvento. L’altra grave minaccia fu la rivolta di Koxinga, guidata da un condottiero sino-giapponese che a partire dal 1647 compì scorrerie di ogni genere nel Guangdong; duramente sconfitto nel 1658, riparò a Taiwan scacciandone gli olandesi e venendone a sua volta scacciato dai Qing nel 1683, dopo una spettacolare operazione di ‘terra bruciata’ della fascia costiera continentale prossima all’isola. 

Tratto da STORIA DELLA CINA di Lorenzo Possamai
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