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Quali i fattori determinanti?


• ruolo del progresso tecnico della seconda rivoluzione industriale: navi, treno, telegrafo, ecc;

• ruolo del progresso scientifico → nell'Ottocento non c'è una certa affermazione incondizionata del progresso scientifico, ma c'è un balzo del pensiero economico classico liberista con le idee di Smith, Ricardo e Mill, ma anche Richard Cobden: un politico economista inglese ardente difensore del libero scambio; egli fu uno dei protagonisti nella seconda metà degli anni ’50 dei trattati commerciali inglesi: dato che non si poteva avere facilmente il libero scambio attraverso una decisione universale, la strada per ottenerli era mettersi attorno a un tavolo con il proprio partner commerciale e stabilire una riduzione delle tariffe: io ti vendo un prodotto e tu riduci la tariffa sull'importazione del prodotto o sugli acquisti in quel paese del prodotto. Quindi i trattati commerciali, prima del 1945 quando le cose cambiano con le istituzioni internazionali come il Gatt, i trattati commerciali rappresentavano lo strumento per negoziare tra paesi la riduzione delle barriere e quindi l'incremento dell'integrazione. Richard Cobden fu quindi uno dei protagonisti, il più famoso trattato fu il “trattato Cobden-Chevalier" tra Gran Bretagna e Francia; anche Chevalier era un famoso economista della seconda metà dell'Ottocento, poi ebbe incarichi governativi importanti;

• ruolo del progresso istituzionale: un modo per abbattere i CDT era quello di avere una garanzia che i cambi restassero fissi più a lungo possibile, di avere garanzia che i tassi di cambio tra i paesi cardine, tra paesi protagonisti di questi mercati integrati, restassero stabili. Il tasso di cambio è un prezzo e come tutti i prezzi, esso non ha nessuna ragione di rimanere stabile, infatti cambia, si modifica ogni giorno. Il tasso di cambio è il prezzo di una moneta a confronto con un'altra, e come tutti i prezzi, è sensibile, speciale, importante perché dà informazione, un segnale (ad esempio se aumenta o diminuisce ha una sua logica nell'economia di mercato).

Se io ho in mente l’obiettivo di integrarmi sempre più a livello mondiale, ho in mente l'obiettivo di stringere rapporti sempre più forti tra paesi, tra comunità o continenti, allora avere delle regole (per esempio quelle stabilite con il sistema aureo o quelle di Bretton Woods) che facilitano la stabilità dei tassi di cambio è una cosa molto importante per chi fa commercio e chi fa investimenti.

Una cosa talmente importante per cui un gruppo di paesi come l'Unione europea a un certo punto ha deciso di abolire i tassi di cambio al loro interno perché fare una moneta unica significa appunto rinunciare ai tassi di cambio tra i paesi che vi aderiscono. Questa è una cosa che rappresenta un progresso umano, cioè sono gli uomini che a un certo punto si mettono intorno a un tavolo e capiscono che hanno tutto da guadagnare da una maggiore integrazione, dal lasciare l’autarchia, la chiusura, dall’abbattere i muri e le barriere. Per fare questo c'è bisogno di finanziare trasporti, canali, ferrovie, comunicazioni, c'è bisogno del sostegno della comunità scientifica intellettuale e c'è anche bisogno di regole, istituzioni che operano a questo scopo.

Per esempio, il Gold Standard fu uno di questi (affermazione del sistema aureo con regole su tassi di cambio che facilitano lo spostamento dei capitali e gli investimenti esteri).

Un altro fattore importante è il ruolo della " politica di potenza": chi traina questo processo di integrazione sono tutti paesi più forti di quel momento che usano anche le "maniere forti"o anche a livello potenziale minacciano i paesi più deboli se questi non fanno le cose perbene, cioè non rispettano i contratti, non ripagano i debiti, non rispettano i diritti di proprietà, non fanno funzionare i tribunali, non rispettano le norme (minaccia militare per il rispetto degli impegni finanziari. Turchia 1875; Egitto 1882; Repubblica Domenicana 1905). Questo è appunto il ruolo della "power policy" cioè il fatto che si ha una capacità di influenza politica perché c'è la possibilità di minacciare potenzialmente o realmente e di usare le maniere forti per garantire bassi CDT.

L'Ottocento è anche un secolo di pace dopo la famosa guerra franco-tedesca del 1870; se si mette a confronto con il Novecento, è anche un secolo di imperialismo, colonialismo, sfruttamento delle colonie. Questo per certi versi può aver contribuito all'integrazione: si ha una grande madrepatria e al seguito tutta una serie di colonie ricche di materie prime, di prodotti alimentari, con cui si alimenta il commercio grazie alla posizione e alla zona di influenza. Anche in questo senso, la pace funziona come stimolatore della globalizzazione; per certi versi queste forme di "turbolenza politica" come può essere l'imperialismo o il colonialismo hanno rappresentato esse stesse un modo per rafforzare l'integrazione tra un paese a capo dell'impero e tutti i paesi satellite. Si impongono quindi alle colonie, ai paesi deboli regole stabilite dai paesi ricchi.

Tratto da STORIA DELLA POLITICA ECONOMICA INTERNAZIONALE di Federica Palmigiano
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