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Cooperazione ed egemonia in Keohane

Nell’opera After hegemony, R. Keohane, in risposta all’opera di Waltz, afferma che “cooperazione” non è un concetto antitetico ad “egemonia”. Anzi, una leadership egemonica può contribuire a creare un certo ordine, per mezzo di forme di cooperazione asimmetriche, sostenute e mantenute con successo dall’egemone. 
Ad esempio, i contemporanei regimi economici internazionali furono costruiti sotto l’egida degli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale. 
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Questa prospettiva porta al concetto formulato da Keohane di cooperazione “dopo l’egemonia”. 
Ma esso si collega anche ad un’altra problematica = il fatto che la coordinazione delle politiche internazionali sembra avere molti benefici sul piano economico, mentre la cooperazione sul piano politico sembra essere particolarmente difficile. 
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Rigettando la tesi realista che la cooperazione sia impossibile, Keohane ammette che sia difficile organizzarla. 
Ovviamente, la presenza di un egemone gioca un ruolo molto importante; TUTTAVIA, Keohane afferma che, considerando tutte le difficoltà di coordinazione, è comunque possibile pensare anche ad una cooperazione senza un egemone, in grado di facilitare la creazione dei regimi internazionali. Egli mostra come, quando certe condizioni sono soddisfatte, la cooperazione può sorgere e portare alla creazione di regimi, anche senza un egemone. 
Inoltre, sebbene l’egemonia aiuti a spiegare la creazione dei contemporanei regimi internazionali, il suo declino tuttavia non porta automaticamente al loro declino. 
Sia che un egemone ci sia, sia che non ci sia, la presenza di regimi internazionali dipende dall’esistenza di interessi comuni o complementari. La presenza di un egemone può giocare a favore della cooperazione, dal momento che esso può contribuire a creare interessi condivisi, distribuendo ricompense per chi collabora e punizioni per che defeziona. 
Tuttavia, questa condivisione di interessi può esserci anche senza un egemone. Per esempio, potrebbe esserci una situazione di intensa interazione tra pochi attori, che possono monitorare le decisioni degli altri con regole e pratiche che rendono il benessere degli altri dipendente dal raggiungimento di accordi. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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