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Il formato del dipinto

Il formato del dipinto

Le proprietà del fondo come campo
Quanto alle proprietà del fondo come campo, è chiaro che il campo del quadro possiede proprietà topologiche che influenzano il nostro senso dei segni e che risultano tanto più ovvie nelle differenze di qualità espressiva, tra ciò che è ampio e ciò che è stretto, ciò che è superiore o inferiore, sinistra o destra, centrale o periferico, ecc. Dove non esista delimitazione di campo (come nelle pitture delle caverne e nelle immagini prive di incorniciatura), centriamo l’immagine nella nostra visione, mentre nel campo delimitato il centro è predeterminato dai suoi limiti o dalla sua cornice e la figura isolata è parzialmente caratterizzata dalla sua collocazione nel campo: se posta al centro riveste per noi qualità diverse rispetto a quando è posta di lato. Oltre a queste caratteristiche del campo (superficie preparata, limiti, posizioni e direzioni) si deve considerare il fattore espressivo del fenomeno del segno-immagine.
Col termine formato si intende la forma del campo, le sue proporzioni, l’asse principale, nonché le sue dimensioni. Le dimensioni di una raffigurazione possono avere diverse motivazioni dipendendo da un requisito fisico estrinseco o dalle qualità intrinseche dell’oggetto rappresentato. Statue colossali e figure dipinte di grandezza superiore al naturale significano la grandezza del soggetto, mentre il formato piccolo può esprimere l’intimità, la delicatezza, la preziosità; le dimensioni però possono costituire anche un mezzo per rendere un segno visibile a una certa distanza, indipendentemente dai suoi valori contenutistici, come nel caso dello schermo cinematografico o dei cartelloni giganteschi della pubblicità moderna, oppure un segno può essere piccolissimo per soddisfare requisiti economici o di maneggevolezza. In ogni caso distinguiamo due tipi di condizioni nelle dimensioni dei segni visivi: da un lato le dimensioni in funzione del valore e della visibilità; dall’altro le dimensioni del campo e quelle di diversi elementi compositivi dell’immagine in relazione agli oggetti reali che significano e nelle loro relazioni reciproche. Un’opera può essere grande perché rappresenta tanti oggetti, tutti di altezza mediocre, oppure può essere piccola come una miniatura e utilizzare il poco spazio per esprimere differenze di valore tra le figure tramite differenze dimensionali. La dimensione in quanto fattore espressivo non è una variabile indipendente: l’effetto cambia con la funzione e con l’effetto del segno, nonché con la scala e la densità dell’immagine, cioè con le dimensioni naturali degli oggetti, con il loro numero e la loro gamma tipologica, ma varia anche in rapporto alle qualità significate. I due sistemi prospettici, quello gerarchico e quello ottico geometrico, sono parimenti arbitrari visto che sono governati entrambe da convenzioni. Chiamare prospettici entrambi i tipi di quadri significa non capire il fatto che solo il secondo con la sua scala di grandezze, presenta una prospettiva i senso visivo; la prima è una prospettiva solo in senso metaforico poiché ignora le variazioni, tanto delle dimensioni apparenti quanto di quelle costanti degli oggetti reali e le sostituisce con un ordine convenzionale di grandezze che significa il loro potere o il loro rango spirituale. Nel secondo sistema la corrispondenza delle dimensioni degli oggetti alle loro dimensioni apparenti nella realtà dello spazio tridimensionale, quando siano posti ad una certa distanza dallo spettatore non è arbitraria ma è prontamente compresa dallo spettatore privo di preparazione specifica perché si fonda sugli stessi indizi cui egli reagisce nel trattare quotidianamente con la realtà visiva del mondo. Quanto agli elementi non mimetici del quadro, tali possono essere chiamati: la materia portatrice del segno, la sostanza immagine costituita da linee e macchie di inchiostro o di pittura. Gli elementi possiedono qualità diverse degli oggetti che rappresentano (es. il segno tracciato con la matita è diverso da quello inciso). La pervasività della funzione semantica è caratteristica del segno-pittura pur nell’arbitrarietà delle qualità della sostanza immagine. Il segno pittura sembra essere completamente mimetico e questa è la fonte di letture sbagliate di molle opere di arte antica. Fondo e cornice, concepiti come campo non mimetico degli elementi dell’immagine possono influenzare il significato e in particolare il senso espressivo dell’immagine.

Tratto da SEMIOTICA di Alessia Muliere
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