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Schapiro, pioniere della semiotica

Schapiro, pioniere della semiotica


I 4 testi di Schapiro qui raccolti, lo presentano in qualità di pioniere della semiotica del testo visivo e dell’analisi dei rapporti tra visivo e verbale. In realtà Perini crede che il vero problema sia l’equazione del rapporto esistente tra, da un lato, stile –veicolo e opera d’arte, e dall’altro tra langue e parole in accezione saussariana: anche ammesso che lo stile-veicolo schapiriano abbia qualche analogia con la langue saussaiana, Perini non vede come la singola opera d’arte possa corrispondere alla parole piuttosto che ad un idioletto: la parole potrebbe semmai essere lo stile individuale di un dato artista in rapporto a quello generale (es. l’architettura di Borromini rispetto al barocco europeo, la pittura di Botticelli rispetto al Quattrocento fiorentino, ecc.). Schapiro per primo non distingue nettamente tra la nozione di stile individuale
di scuola e quello di stile generale di un’epoca. Lo stesso Schapiro in risposta davanti all’alluvionato Crocefisso fiorentino di Cimabue, durante un’intervista del 1983 fattagli da Epstein, afferma: «sono perfettamente consapevole del fatto che non importa con quanta attenzione io guardi, non posso vedere tutto quello che c’è in un’opera, lo scopro solo a poco a poco col tempo. Bisogna guardare molto».

Tratto da SEMIOTICA di Alessia Muliere
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