Inquisizione medievale
I legati papali/ inquisitori nominano i propri vicari scegliendoli dal clero della zona, perché essi conoscono il luogo, a differenza invece degli inquisitori che vengono da fuori e quindi hanno bisogno di una conoscenza locale per poter rendersi conto meglio di cosa fare. I primi inquisitori dell'inquisizione legatina (di cui si conoscono una serie di processi, soprattutto nelle zone alpine del nord Italia, come beneandanti), sono domenicani e creano un sacco di problemi che producono un sacco di proteste, da parte delle autorità locali sostanzialmente per la loro severità.
Citazione in cui si accusano i domenicani "abilissimi e presuntuosissimi", essi sono accusati di avidità, di presunzione e inoltre vengono accusati di usare questo incarico come "simbolo di superbia e vanità", non danno conto a nessuno, "quasi fosse un dominio temporale", perché esercitando il potere dimenticando che l'ufficio è di tipo religioso. Sono anche accusati di portare avanti lunghi processi, proprio per non far finire mai il loro potere; "procedono negli interrogatori usando la tortura (eccesso uso di essa), infliggendo dolore e tormento su donne che sicuramente non sono bestie brute, per apparire in questo modo, come i guardiani della fede cristiana". Stanno accusando i domenicani di abuso di potere; c'è una diffusione a macchia di leopardo di questo tipo di interventi e, in particolare, i domenicani che se ne fanno interpreti, sono presi di mira.
La storia medievale dell'inquisizione finisce nel 1478, quando Sisto IV concede l'organizzazione dell'inquisizione spagnola, formando un tribunale permanente spagnolo, e da qui poi nasce il tribunale romano.
A partire dal 1559, la Spagna ha il regno di Napoli, di Sicilia, Sardegna e Milano: c'è una espansione del Sant'Uffizio spagnolo anche negli Stati italiani.
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Dettagli appunto:
- Autore: Federica Palmigiano
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Mobilità e Diaspore del mondo moderno
- Docente: Giovanna Fiume
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