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Grande Depressione e fine del Gold Standard


Tutto quanto appena detto spalanca le porte alla crisi del '29, al crollo del PIL, al crollo del commercio, dell'occupazione, al crollo della borsa di Wall Street, al crollo del sistema bancario in Europa e USA (1929-31, chiudono banche, falliscono, i depositanti quando possono ritirano i depositi, mentre molte altre persone perdono tanti soldi).

Non c'erano tutti quegli interventi che poi, successivamente da quello sull'assicurazione dei depositi ad altri, sono stati messi in campo; esplode la disoccupazione, crolla la produzione industriale.

È un fenomeno non solo europeo ma mondiale, ma i picchi più alti si hanno negli USA e in Germania negli anni '30-'33, anni più bui scaturiti dalla crisi del '29 (che dovrebbe chiamarsi crisi del '32 che poi coincide con l'avvento di Hitler al potere). Gran Bretagna e Italia erano già in forte crisi dal 1925-27.

Poco dopo, tutti escono nuovamente dal gold standard che non si può più tenere: già nel 1930-31 il gold standard muore, ritorna l'anarchia, ritorna l'assenza di regole e ritorna il protezionismo.

Dal 1923-27 c'è questo tentativo di ripristinare seguendo obiettivi nazionali, di prestigio, economicamente irrealistici; appena scoppia la crisi del '29 si fa marcia indietro, tutti i paesi escono dal sistema aureo perché non è possibile convertire in oro le banconote, le proprie monete, tutti si chiudono nel protezionismo. Anche qui con due famosi senatori americani, gli USA guidano le danze in questo ritorno al protezionismo.

Ragioni del crollo: instabilità mercati, pressioni deflattive, guerre commerciali, attacchi contro monete e banche, sindacati.

Tratto da STORIA DELLA POLITICA ECONOMICA INTERNAZIONALE di Federica Palmigiano
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