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La mimesis associata al realismo


La mimesis fa passare la convenzione per natura. Viene tradizionalmente associata al realismo, e il realismo al romanzo, e il romanzo all'individualismo, e l'individualismo alla borghesia, e la borrghesia al capitalismo. Dunque la critica della mimesis è una critica dell'ordine capitalista.
Il realismo, almeno dal Rinascimento fino alla fine del XIX secolo, si è sempre identificato con l'ideale di precisione referenziale della letteratura occidentale, così come spiegava Auerbach nel suo fortunato libro Mimesis. Secondo Auerbach l'obiettivo principale della letteratura occidentale era la rappresentazione della realtà. La letteratura, basata sulla MIMESIS, ambiva a dare conto in modo sempre più autentico della reale esperienze degli individui, delle divisioni e dei conflitti. Il mutamento diacronico dello stile ne era la dimostrazione lapalissiana.
No! dice la teoria letteraria. Credere che il linguaggio possa copiare il reale, che la letteratura lo possa rappresentare fedelmente, come uno specchio o una finestra sul mondo, è una illusione linguistica, dietro la quale si nasconde in agguato l'ideologia borghese.
A questo proposito Michel Foucault si scagliava, ne Le parole e le cose, contro la metafora della trasparenza, contro l'utopia di iun linguaggio perfettamente trasparente in cui le cose stesse verrebbero ad essere nominate senza confusione.
Jacques Derrida e la sua opera, del resto, possono essere viste come l'incarnazione della critica del mito del linguaggio come presenza.
La teoria letteraria dunque concepisce il realismo in conflitto con la ideologia della mimesis: non è il riflesso della realtà, ma un discorso che ha le sue regole e le sue convenzioni, un codice che non è più naturale né vero degli altri.
L'insuperabile caratterizazione formale dell'anti realismo la diere Jakobson nel 1921 con il suo articolo intitolato Il realismo nell'arte. Il realismo può essere definito per mezzo della prevalenza della metonimia e della sineddoche, in opposizione alla prevalenza della metafora, largamente dominante nel Romanticismo e nel Simbolismo.
Questa distinzione rimase anche nel 1956, con un altro articolo intitolato Due aspetti del linguaggio e due tipi di afasia. Qui Jakobson spiega come l'autore realista segua la strada delle relazioni di contiguità, operando digressioni metonimiche dall'intreccio all'atmosfera e dai personaggi alla cornice spazio – temporale. L'autore realista si compiace di sineddochi.
La teoria letteraria francese si è ispirata all'astrattezza in pittura, vedendo il realismo come un insieme di convenzioni testuali, più o meno della stessa natura delle regole della tragedia classica o del sonetto. È una estromissione della realtà esagerata: le parole e le frasi non possono essere assimilate a forme elementari e colori; del resto tutta la pittura si basa su prospettive geometriche molto realiste.

Tratto da TEORIA DELLA LETTERATURA di Gherardo Fabretti
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