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La componente neurofisiopatologica della postura


L’uomo si tende a differenziare dalla specie umana, proprio perché la postura, e quindi anche il suo atteggiamento posturale, dipende molto dalla relazione che intercorre tra l’aspetto psicofisico e psicoaffettivo.

La postura dipende da una molteplicità di fattori quali:
• la struttura muscolatura scheletrica, la quale interviene ogni qual volte che si crea una condizione di squilibrio, e quindi si attiva affinchè si possa mantenere un corretto atteggiamento posturale sia in condizione statica, dove si cerca di riportare il baricentro all’interno del poligono di base, che in condizione dinamica, dove in questo caso le forze devono passare per la base.
Un soggetto quindi per mantenere un assetto corporeo eretto necessita dell’integrità e del rapporto di una molteplicità di fattori, che nel loro insieme prendono il nome di Sistema-Tonico-Posturale (STN).

La componente neurofisiologica della postura è costituita da:
• esterocettori, i quali inviano al SNC le informazioni provenienti dall’ambiente esterno;
• enterocettori, i quali inviano delle informazioni al SNC provenienti dall’interno del soma;
• centri nervosi superiori, quali il SNC, il quale riceve delle informazioni sensoriali, in modo tale da poterne elaborare delle risposte, e quindi garantire un corretto equilibrio corporeo, ovvero una corretta postura in relazione all’ambiente che lo circonda.

In posizione eretta per quella che è la forza di gravità il nostro corpo viene spinto sul suolo, ed in assenza di stimoli l’articolazione delle ginocchia verrebbe a flettersi, comportando così un piegamento della coscia sulla gamba, ma visto e considerato che il nostro corpo cerca di mantenere quella che è la sua verticalità, allora si attivano i propriocettori, quali i fusi neuromuscolari e gli organi tendinei del Golgi, che per risposta riflessa, danno una contrazione del quadricipite femorale, garantendo così la stabilità verticale del corpo.

Si può parlare di tre tipi di riflessi, quali:
1. il riflesso miotatico tonico, che attiva continuamente la muscolatura antigravitaria, garantendo così il mantenimento della postura eretta;
2. il riflesso miotatico fasico, il quale in seguito all’allungamento del muscolo attiva i fusi neuromuscolari, ed è principalmente importante ad esempio nella deambulazione, perché permette l’attivazione di un singolo distretto muscolare;
3. i riflessi propriocettivi cervicali, principalmente coinvolge le informazioni provenienti dai recettori del collo che registrano le variazioni angolari della testa-tronco, che combinati con i riflessi vestibolari, garantiscono una corretta postura.

Organo di principale importanza per il mantenimento di un corretto assetto corporeo, è il cervelletto, che riceve informazioni non soltanto della sensibilità vestibolare ma anche propriocettiva, proprio perché il suo compito è quello sia di dare delle informazioni relative al posizionamento delle varie parti del corpo all’interno dello spazio, ma anche quello di poterne garantire un lavoro armonico e coordinato durante lo svolgimento di un atto motorio.

Attraverso numerosi studi e numerose ricerche, si è riuscito anche a capire che un mal funzionamento dell’apparato stomatognatico dato dall’occlusione cranio-cervico-mandibolare comporti a delle gravi problematiche al livello posturale, causando anche in alcuni casi sintomatologie abbastanza dolorose.

Gli esterocettori, come già detto in precedenza ricevono delle informazioni provenienti dall’ambiente esterno inviandole al STP, e questi recettori sono localizzati al livello dell’orecchio intero, dell’occhio e della superficie cutanea.

Per quanto riguarda i recettori localizzati al livello dell’orecchio, essi sono degli accelerometri, ovvero inviano delle informazioni riguardanti lo spostamento della testa sia in rotazione che in linea, rispetto all’asse verticale del corpo. L’orecchio infatti ha tre canali arciformi che danno la suddetta informazioni, cui i canali semi-circolari danno l’informazione riguardante l’accelerazione angolare (rotazione della testa), mentre il sistema otilitico, contenuto nelle due vescicole, il sacculo e l’utricolo, danno delle informazioni sulle accelerazioni lineari della testa. Bisogna però sottolineare come i canali semi-circolari non partecipano nella regolazione fine dell’equilibrio, in quanto la sua soglia minima, affinchè si possano ricevere l’informazione, è superiore rispetto a quella che serve per regolare il sistema posturale fine.

L’occhio, invece, attraverso la retina, permette il mantenimento dell’equilibrio posturale durante i movimenti antero-posteriori, mentre per quelli di destra e sinistra di maggiore importanza è la visione centrale.
L’occhio permette di poter comparare le informazioni provenienti non soltanto dal proprio organo ma anche dall’orecchio mediante sei muscoli oculomotori.


Da non sottovalutare è la funzionalità del piede, che da un punto di vista biomeccanico, immagazzina l’energia proveniente dalla scarica del peso corporeo sul suolo, in modo tale da poterla sfruttare in parte per l’azione muscolare che garantisce il movimento e la stabilità corporea. Dal punto di vista sensoriale esso invia delle informazioni riguardanti la massa corporea in rapporto all’ambiente, e sulle sollecitazioni dell’insieme della massa corporea e quindi il piede in questo caso assume più che altro una funzione come se fosse un piatto stabilizzatore.

Esso è anche causa delle principali problematiche che si sviluppano al livello del rachide infatti può avere una funzione:
• causativa, ovvero è il principale fattore eziopatologico;
• adattiva, ovvero si adatta a quel determinato squilibrio, dove in una fase iniziale è correggibile, mentre a lungo andare diventa irreversibile;
• misto, sia causativo che adattivo.

Le problematiche al livello podalico conseguenzialmente si scaricano al livello vertebrale, dell’articolazione del ginocchio e delle anche, infatti:
- Si possono avere delle conseguenze sul rachide lombare e dorsale ogni qual volta che il piede assume un atteggiamento pronato e valgo con conseguente ipercifosi dorsale e iperlordosi lombare
- In caso piede cavo invece si ha una ipocifosi dorsale e ipolordosi lombare

I problemi posturali si verificano con tre meccanismi:
1. Modalità biomeccanica, ad esempio il piede valgo può provocare ginocchio valgo, coxalgia, iperlordosi lombare ecc.
2. Circuiti corti, quindi si parla di riflessi segmentari (parto cesareo)
3. Circuiti lunghi
, quindi si parla dell’influenza della lateralità.

La postura viene immagazzinata sotto forma di atteggiamento al livello dei sistemi di controllo motorio, grazie ai quali si riescono ad attivare una serie di meccanismi che in base a quelle che sono le varie condizioni alle quali il soggetto viene sottoposto, ricercano sempre il corretto assetto corporeo (corretta postura).

L’apparato vestibolare è di fondamentale importanza, perché stabilizza l’immagine della retina durante gli spostamenti del capo, ma alla regolazione e al mantenimento di una postura corporea ruolo importante lo svolgono anche i muscoli antigravitari, che si contraggono per mezzo di una risosta riflessa.

Uno studio che ha contribuito nell’affermare che l’allungamento muscolare aiuta nell’acquisizione un corretto schema corporeo, è stato eseguito con le tavole vibranti, per mezzo delle quali si avevano delle maggiori conoscenze sulla posizione dei segmenti corporei all’interno dello spazio, perché si andavano ad attivare i fusi neuromuscolari, e anche perché questo continuo spostamento DX, SN contribuiva all’attivazione dei riflessi vestibolari che influiscono sull’orientamento corporeo.
Da ciò si è potuto attestare che non si può parlare di movimento se non si parla di postura, la quale si adatta in base alle varie situazioni.

Problemi al livello propriocettivo, esterocettivo, dei centri superiori o degli organi effettori, risultano dannosi, perché portano il soggetto ad assumere delle posture scorrette per via della ricerca di poter sopperire a tali problematiche, che conseguenzialmente portano a rigidità muscolare, riduzione della mobilità articolare ecc.
Per intervenire a tale problematica, è importante lavorare sulla causa del problema e sulla sintomatologia. Le cause del problema possono essere:
• Disturbi proprio ed esterocettivi;
• disturbi dei centri superiori;
• disturbi agli organi effettori del movimento (muscoli).

Tratto da TEORIA TECNICA DIDATTICA ATTIVITÀ MOTORIA di Vincenzo Sorgente
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