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Le classificazioni degli ordinamenti in famiglie giuridiche: Mattei e Monateri


Mattei e Monateri sostengono che le classificazioni tradizionali possono considerarsi superate perché non in grado di cogliere le grandi linee della carta geografica di un mondo profondamente mutato, anche sul piano giuridico.
E’ proposta dunque una classificazione che tiene conto di alcuni importanti mutamenti.
Il primo è dovuto al crollo dei regimi socialisti dell’Europa orientale; il secondo mutamento è invece legato ai successi della medesima ideologia in Cina.
A questo evento può aggiungersi, come terzo fattore di ripensamento, l’accresciuta importanza e la straordinaria evoluzione del diritto giapponese negli ultimi 30 anni.
In quarto luogo, l’accresciuta presa di coscienza del mondo islamico riguardo alle proprie peculiarità culturali e giuridiche.
La raggiunta indipendenza di tutto il mondo africano costituisce l’ultimo cambiamento epocale.
Alla luce di questi mutamenti è proposta una classificazione che tiene conto di concezioni del diritto diverse da quelle tipiche dell’occidente:
i. Famiglia caratterizzata dall’egemonia del diritto come modello di organizzazione sociale: è la tradizione giuridica occidentale, in cui la distinzione tra civil law e common law si pone come una sotto-distinzione all’interno di una famiglia dotata di un tasso notevole di omogeneità, quello fornito appunto dall’egemonia professionale, ossia dalla separazione fra diritto e politica e dalla secolarizzazione del diritto, separazione fra diritto e tradizione religiosa e/o filosofica.
Della famiglia fanno parte:
- sistemi di common law;
- sistemi di civil law;
- sistemi c.d. misti, ossia tutti i sistemi in cui nell’ambito delle microscelte il momento giuridico non incontra una concorrenza notevole da parte di circuiti di organizzazione sociale alternativi.
ii. Famiglia caratterizzata dall’egemonia della politica come modello di organizzazione sociale: la famiglia contiene tutti i sistemi in cui non c’è stato divorzio tra diritto e politica.
Comprende:
- molti Paesi ex-socialisti dell’Europa orientale;
- i Paesi in via di sviluppo, africani e latino-americani;

Il modello in questione è chiamato “diritto dello sviluppo e della transizione”, vedendo così nella transitorietà un elemento caratterizzante fino a quando i Paesi da collocare in questa famiglia saranno protesi verso un obiettivo politico al cui raggiungimento il cui diritto è funzionalizzato.
iii. Famiglia caratterizzata dall’egemonia della tradizione religiosa o filosofica come modello di organizzazione sociale: comprende:
- Paesi musulmani;
- Paesi indù;
- Paesi dell’Estremo Oriente, a tradizione confuciana, buddista, taoista, ecc… (Cina e Giappone).

Si tratta di Paesi in cui c’è diritto e c’è politica, ma appare prevalente la presenza di regole strettamente religiose nei sistemi musulmani e di regole tradizionali a matrice filosofica nei sistemi del lontano oriente.
Caratteristiche comuni dei sistemi appartenenti a tale famiglia sono la prevalenza del principio gerarchico su quello democratico e l’enfasi sui doveri piuttosto che sui diritti.
L’aspetto interessante della classificazione è il suo carattere dinamico, che risponde bene alle continue evoluzioni politiche ed economiche delle società contemporanee.
Ciò significa che un ordinamento, o gruppo di ordinamenti, può muoversi lungo i lati di un ipotetico triangolo, i cui vertici sono segnati da Tradizione, Politica, Diritto, mano a mano che l’evoluzione politica, economica, sociale lo allontana da una famiglia e lo accosta all’altra.
Civil law e common law sono decisamente nell’orbita del Diritto; i Paesi post-socialisti sono più vicini al vertice della Politica ma hanno iniziato la loro marcia di avvicinamento al Diritto; il diritto cinese si colloca fra Tradizione e Politica; il diritto giapponese si trova tra Tradizione e Diritto; il diritto musulmano tra Tradizione e Politica; il diritto indù tra Tradizione e Diritto.

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