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Etimologie: terrore ovvero del sopravvivere


Stando all’etimologia, la sfera del terrore sarebbe dunque caratterizzata dall’esperienza fisica della paura come si manifesta nel corpo che trema. Largamente accreditata è comunque la connessione etimologica fra tremare e fuggire.
Fra i molti modi dell’esperire la paura, e, più precisamente, la paura improvvisa dello spavento, il terrore indica quello che agisce immediatamente sul corpo, facendolo tremare e spingendolo ad allontanarsi con la fuga.
Scene di terrore
Capace di una violenza che ha lasciato sul terreno 1300 vittime nella sola settimana della “guerra delle Moschee”, nell’Iraq del dopo-Saddam, dove le secolari divisioni fra sette ed etnie si sono rinvigorite, il conflitto fra sciiti e sunniti trova presto alimento nella complessa galassia che vede gruppi islamico-nazionalisti, jihadisti e quadisti intervenire per alzare il livello della mattanza. In questo contesto, a Baghdad, il 31 agosto 2005, in occasione di una cerimonia religiosa che assembrava migliaia di sciiti, prese dal panico, quasi mille persone sono morte calpestate tra la folla o annegate nelle acque melmose del Tigri. A quanto risulta, ad “avviare” il movimento di fuga e tremore dei primi corpi sono bastati pochi colpi di mortaio e, soprattutto, la notizia di un imminente attentato suicida, sparsa ad arte fra la folla da agenti provocatori. Data l’alta aspettativa, oggettivamente fondata, di un attentato, si può persino ipotizzare che non ci sia stato alcun agente provocatore e che il movimento sia conseguito al saturarsi della tensione psicologica per la densità della minaccia.

Tratto da LA VIOLENZA SULL'INERME di Anna Bosetti
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