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Il Corridoio Pompeiano - Castel Sant'Angelo -

 
Quest’ultimo forse è stato ricavato dal ballatoio che in origine correva tutt’intorno alla base della torre centrale e congiunge la Sala della Biblioteca con la Sala Paolina e nei documenti contabili è indicata come la Loggetta del coritore del mastio o come Landito che va in fra le due sale nuove del Castello.
Le grottesche che ricoprono la piccola volta e le pareti costituiscono uno straordinario quanto ignorato esempio di decorazione murale. L’impiego della grottesca è autonomo e non soggetto ad altre pitture. Nuova è la suggestione che si sprigiona dal piccolo vano largo appena un metro e 25 e alto poco più di due metri e mezzo, in cui variano ad ogni passo le prospettive in un’ambigua sequenza di spazi immaginari e di apparizioni sorprendenti. L’annullamento delle superfici murarie, divenute autonomi supporti di immagine, lo spregiudicato montaggio di sezioni a valenza spaziale diversa, la successione improvvisa di zone in luce e di altre in ombra, creano un’atmosfera di ambigua sospensione. Dai documenti contabili risulta che la partecipazione di Luzio alla decorazione si intreccia con quella di Perino. A favore di Luzio è registrato un solo pagamento riferito al corridoio e comprensivo di lavori in altri ambienti. Si può quindi presumere che l’opera di Luzio in tale ambiente non fu molto estesa e che con tutta probabilità fu integrato o sommersa dall’intervento di Perino dal novembre al dicembre 1546.
Il corridoio pompeiano così presenta maggiore varietà di soluzioni e un più ricco repertorio inventivo. In taluni impianti compositivi le decorazioni a grottesche si ricollegano da un lato a quelle del settore nord, al corridoio della Cagliostra e al Vestibolo della Biblioteca, dall’altro sono per lo più connesse con quelle del settore sud, dalla Sala Paolina alla Sala di Apollo. Risulta evidente che alcuni collaboratori di Luzio si siano poi aggregati all’equipe di Perino. Tra questi, si ricorda Cristofano Gherardi detto il Doceno attivo a Roma in quegli anni (1545-6).

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