Le discipline previdenziali europee e il diritto “antitrust” al vaglio della Corte di Giustizia

Prima degli anni ’90, la Corte di Giustizia si è occupata solo incidentalmente delle interferenze fra regimi previdenziali-assicurativi e diritto comune antitrust.
Un significativo punto di svolta è rappresentato dalla sentenza resa dalla Corte di Giustizia nel caso Poucet et Pistre, in cui la Corte di Giustizia elabora per la prima volta una nozione comunitaria di “impresa” in diretto riferimento ad un soggetto del tutto peculiare, quale l’ente gestore del regime di previdenza sociale.
A tale scopo, essa assume quali indici “sintomatici” le caratteristiche oggettive del regime previdenziale.
Più precisamente, la giurisprudenza comunitaria ritiene di fare applicazione “in concreto” del c.d. test di imprenditorialità, verificando se il regime previdenziale vada considerato come impresa, ovvero se siano prevalenti gli indici descrittivi di un modello fondato sul principio solidaristico.
Circa gli esiti del procedimento di qualificazione, la struttura giuridica del regime previdenziale sottoposto allo scrutinio di conformità induce la Corte, nel caso Poucet et Pistre, a escludere a monte la riconducibilità dello stesso alla nozione di impresa, senza bisogno di andare a indagare ulteriormente l’esistenza della “posizione dominante” ed, eventualmente, di cause implicanti l’esclusione dell’abuso.
Le risultanze di Puocet et Pistre non eviteranno il formarsi di una giurisprudenza successiva degli esiti oscillanti, principalmente in ordine all’individuazione dei criteri utili a definire il carattere imprenditoriale o non imprenditoriale dell’ente previdenziale.
Ad una prima fase in cui prevale la tendenza giudiziale ad attribuire ai regimi previdenziali i connotati dell’attività di impresa, segue un ritorno dell’orientamento originario in termini di prevalenza degli elementi di solidarietà.