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Metafisica e fisica in Leibniz. Concetto di forza



Metafisica e fisica: se il concetto di sostanza individuale permette a Leibniz di unire logica e metafisica, il concetto di forza ci fa scoprire il legame tra metafisica e fisica. Leibniz parte dalla critica a Cartesio a proposito della sua riduzione della materia a sola estensione. Questo rende tuttavia inspiegabili alcuni importanti fenomeni secondo Leibniz, come l’impenetrabilità dei corpi (due estensioni uguali potrebbero coincidere) e la loro forza d’inerzia (se i copi sono semplice estensione non si capisce perché essi oppongano alla loro traslazione). Per spiegarli bisogna allora presupporre una forza in virtù della quale essi resistono alla penetrazione di altri corpi o al movimento che altri corpi possono indurre in loro. La vera essenza della materia è allora la forza; l’estensione è solo una sua manifestazione, un fenomeno della forza. Queste innovazioni comportano il passaggio da una concezione meccanica e causale a una concezione dinamica e finalistica della realtà. Non che il meccanicismo perda di senso, ma esso è utile a spiegare la realtà nella sua parte più superficiale: per coglierne l’essenza bisogna invece considerare il carattere finalistico della realtà: in questo modo egli metteva insieme la vecchia concezione finalistica (Platone e Aristotele) con la moderna (Cartesio). Ciò deriva dal concetto stesso di forza che da una parte può essere considerata una grandezza fisica in grado di spiegare meccanicisticamente la realtà, dall’altra va considerata come un principio metafisico che regola la realtà, un’attività spontanea originaria irriducibile ad ogni misurazione sperimentale.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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