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Definizione di Devianza

Per devianza si intende comunemente ogni atto o comportamento (anche solo verbale) di una persona o di un gruppo che viola le norme di una comunità e che di conseguenza va incontro a una qualche forma di sanzione.

L’azione non è deviante per una proprietà intrinseca ma in funzione del contesto sociale, e delle sue norme, nel quale viene eseguita. E. Durkheim spiegò che un atto è criminale “perché urta la coscienza comune” e non viceversa: non è quindi il reato che definisce la sanzione, ma è la sanzione che stabilisce cos’è reato. Bisogna tener conto, dunque, per definire un’azione come deviante le variabili del contesto storico, politico e sociale e della situazione.

In altre parole un atto può essere considerato deviante solo in riferimento al contesto socio-culturale in cui ha luogo. Se si eccettuano alcuni universali culturali , come ad esempio l'incesto, il furto o l'omicidio tra membri dello stesso gruppo, qualsiasi atto deviante dipende dal contesto che lo sanziona come tale.

Una delle teorie più note sul concetto di devianza è stata elaborata da R.K. Merton, il quale riprendendo il lavoro di Durkheim, individuò nel contrasto tra struttura culturale e struttura sociale la fonte delle condotte devianti: la prima definisce i fini e i mezzi attraverso i quali raggiungerli; la seconda determina la distribuzione reale delle opportunità necessarie per raggiungere quei fini con i relativi mezzi.

Altre teorie della devianza sono: le spiegazioni biologiche (le quali fanno risalire i comportamenti devianti alle caratteristiche fisiche e biologiche dei soggetti criminali); la teoria del controllo sociale (secondo la quale un individuo non commette atti criminali solo se in presenza di un forte controllo sociale esterno ed interno); le teorie della subcultura (la quale indica nelle norme e nei valori della comunità criminale nella quale è cresciuto il soggetto deviante la causa primaria della devianza); la teoria dell'etichettamento (per cui la comprensione dell'atto deviante deve tenere in considerazione la relazione tra coloro che infrangono le norme e coloro che le applicano; la teoria della scelta razionale (le condotte criminali sono considerate non in funzione di influenze esterne, bensì esito di una scelta interna adottata razionalmente in risposta al contesto e ai bisogni).